Recensione Manifest: Netflix colpisce ancora

Recensione Manifest: Netflix colpisce ancora

Cosa succederebbe se all’atterraggio del tuo volo di ritorno a casa i tuoi familiari fossero invecchiati di cinque anni mentre tu di sole 3 ore?

Così inizia Manifest, che il 3 Luglio 2019 andava in onda in prima serata su Canale 5 con Josh Dallas, nonché l’indimenticabile principe azzurro di Once Upon a Time, come protagonista. Manifest è una di quelle serie che ti prendono sin da subito, che dopo 20 minuti di visione già ti fa impazzire e trepidare per l’episodio successivo. Una sensazione purtroppo non comune a tutti che ha portato Mediaset a cambiare programmazione di continuo per i bassi ascolti. Anche se in America ha debuttato il 24 settembre 2018 con la NBC le sorti non sono state migliori di quelle Italiane, tanto da portare l’emittente americana a ordinarne la cancellazione il 14 giugno 2021 dopo sole tre stagioni, a fronte di un ordine iniziale di 6.

Non tutti i mali però vengono per nuocere e, quando si parla di Netflix, lo sappiamo bene. Lo stesso giorno della cancellazione della NBC, Netflix USA inserisce nel suo catalogo le prime due stagioni e ciò che ne consegue è assolutamente straordinario, come un vero fan della serie sa nella sua pelle. Manifest scala le classifiche della piattaforma streaming in pochissimo tempo, arrivando ai primi posti delle serie più viste di Netflix. Facile intuire quindi che il colosso dello streaming ha di nuovo “abbracciato” ogni suo spettatore, come recentemente aveva fatto con i fan di Lucifer Morningstar, salvando la serie tv e ordinando una quarta ed ultima stagione.

Manifest: trama e personaggi

E’ il 7 aprile 2013, una famiglia di ritorno da una vacanza si divide in Aeroporto prendendo due voli differenti per ottenere un voucher di 400 dollari. Ben Michaela e il piccolo Cal salgono sul volo 828 non sapendo però a cosa andranno incontro. Una violenta turbolenza colpirà l’aereo durante il volo. Quando nessun danno verrà riscontrato il capitano pronto all’atterraggio dopo sole 3 ore, contatta il quartier generale per confermare l’ottima salute di ognuno dei 191 passeggeri, senza conoscere ancora il danno principale: l’aereo è scomparso dai radar per cinque anni e mezzo, periodo durante il quale i passeggeri erano considerati morti.

A capo dei protagonisti abbiamo Ben Stone, interpretato da Josh Dallas, padre di due gemelli e marito di Grace. Un uomo dal cuore grande che ama profondamente la sua famiglia e che non smette mai di aiutare il prossimo. Una volta sceso dall’828, infatti, si farà carico di aiutare tutti i passeggeri per proteggerli dagli “ICSIANI” o, in termini più attuali, un gruppo di negazionisti convinti che i passeggeri del volo siano mostri tornati dall’aldilà e per questo meritevoli di morte, ma soprattutto per aiutarli con le “Chiamate”.

Ma cosa è successo a questo volo?

Ben cercherà di scoprirlo con ogni mezzo a disposizione.

Michaela Stone: interpretata da Melissa Roxburgh, sorella di Ben e detective per la NYPD. Anch’essa passeggera del volo 828 al suo ritorno a casa non troverà purtroppo ciò che si aspettava, ma una forte delusione d’amore la quale cerca di dimenticare immergendosi completamente nelle “Chiamate” per aiutare il prossimo e i suoi casi e per capire cosa sia successo in quel lungo ma breve lasso di tempo.

Cal stone: interpretato da Jack Messina, è il figlio di Ben e Grace e fratello gemello di Olive. Un bambino molto intelligente affetto però da una grave malattia che minaccia la sua piccola vita da molto tempo. Il piccolo Cal non sa che per lui il volo 828 è come una benedizione e, non a caso è colui che le chiamate le sente più nel profondo. Un bambino d’oro che farebbe tutto per la sua famiglia, un guerriero, che nonostante la sofferenza per la differenza di età improvvisa con la gemella, cerca di fare sempre la scelta giusta prendendo ogni responsabilità con la consapevolezza propria di un adulto.

Con il senno del poi c’è da dire che Netflix non poteva fare scelta migliore, anche perché interrompere una storia a quel punto sarebbe stato veramente triste. Le stesse parole di Jeff Rake, ideatore della serie, hanno fatto capire come tutto doveva arrivare ad una conclusione a suo tempo, ma non adesso; non nel momento in cui tutto sembra arrivare ad un punto e chiudersi perfettamente, non quando stiamo finalmente ricevendo delle risposte.

Lo so, vi state preoccupando che Netflix salvando la serie possa cambiare il metodo di narrazione e la storia ma NON TEMETE:

“Il finale non cambierà affatto. Ho sempre parlato di altre tre stagioni, ma sono fiducioso che 20 episodi mi daranno abbastanza spazio per raccontare l’intera storia così come l’ho progettata inizialmente. La buona notizia per i fan è che possono aspettarsi lo stesso spettacolo che hanno sempre guardato. Netflix lo ha reso abbastanza chiaro. Il pubblico non dovrà preoccuparsi che il tono o il metodo di narrazione possano cambiare. Realizzeremo lo stesso show di cui tutti si sono innamorati.”

Le parole di Rake non tardano ad arrivare per rincuorare e rassicurare i fan di questa sorprendente serie TV.

Una cosa però dobbiamo dirla: diffidate se qualcuno vi dirà che Manifest sia la brutta copia di LOST (non so perché ma ho questo presentimento, o per meglio dire questa “Chiamata”), la serie evento andata in onda per la prima volta nel 2004. Se vogliamo proprio parlare di copie, possiamo solo dire che Manifest sia quella bella, ma non si tratta affatto di questo. Anche se possiamo riscontrare qualche analogia nella serie oramai targata Netflix, le storie sono create e pensate per avere un finale e si riscontra facilmente da come i personaggi vengono presentati e sviluppati. Ogni storyline è sempre perfettamente intrecciata con l’altra senza mai incombere in un buco di trama e senza mai strafare con la fantasia. Il contesto storico, se così possiamo definirlo, è delineato nel giusto modo e soprattutto non cade mai nel ridicolo; andando avanti con la visione non si può parlare di trash (anche qui ho un brutto presentimento, soprattutto ora che la serie è visibile nella piattaforma), perché sin dall’inizio sappiamo che il sovrannaturale farà parte dell’intera serie.

Concludendo, possiamo dire lo stesso di LOST? Una serie cult geniale per la sua epoca ma piena di errori, salti inutili e un finale da dimenticare, beh non credo affatto.

Se non avete visto Manifest, salite a bordo del volo 828, non ve ne pentirete perché È TUTTO COLLEGATO!  

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