Recensione Manifest 4: Spiegazione finale – E’ tutto collegato

Recensione Manifest 4: Spiegazione finale – E’ tutto collegato

Era il primo ottobre 2018 quando in Italia usciva il primo episodio di Manifest. La rete era premium stories e ogni settimana venivamo deliziati con due episodi di questa fantastica serie. I problemi però iniziano molto presto, la serie non ha il successo sperato; nonostante la messa in chiaro di Mediaset dal 31 luglio 2019, considerando l’era dello streaming e del Main Stream, la serie non suscita l’interesse che dovrebbe.

Il 15 giugno 2021 arriva quindi la brutta notizia, Manifest viene ufficialmente cancellato dopo solo 3 stagioni. La grande N però, la regina dello streaming, decide di mettere le prime 3 stagioni nel suo palinsesto. Risultato? Milioni di visualizzazioni in pochi giorni, e il solito abbraccio e salvataggio in calcio d’angolo può solo accompagnare. Netflix ci ha salvati ancora, regalandoci, contro ogni pronostico, una 4 stagione perfetta.

Oggi parliamo proprio di questa ultima, ma favolosa, stagione.

Manifest 4: trama

Sono passati 8 mesi dall’ultimo episodio, Ben e Michaela, insieme a gran parte dei passeggeri dell’828, sono reclusi in un centro riservato solo a loro che, a tutti gli effetti, sembra un vero e proprio campo di concentramento. Le chiamate di tutti sono sotto la sorveglianza del governo che cerca di studiarne le cause e gli effetti. L’aiuto di Ben (Josh Dallas), Michaela (Melissa Roxburgh) e Jared (J.R.Ramirez) però, è ancora necessario per il governo, vista la loro esperienza in tema.  Nel frattempo, fuori dal centro, Angelina cerca di reclutare dei seguaci per convincerli di essere l’angelo di Dio.

Manifest 4: Una seconda chance

Attenzione, se non avete ancora visto Manifest 4 non continuate con la lettura.

Un finale di serie che potrebbe far invidia a molti prodotti finiti in un modo un po’ grossolano, e si, qui nominiamo proprio Lost: serie che ha decisamente cambiato la televisione ma che ha apportato uno dei finali più brutti della storia delle serie. La nominiamo proprio perché Manifest è stato più volte additato come la sua brutta copia. Niente di più sbagliato! Si forse le premesse sono simili, ma la storia è tutt’altra e parte da un’idea di Jeff Rake che, guidando con i suoi cari in auto, pensa a cosa potrebbe costringere una famiglia a dividersi per poi ritrovarsi e provare a rimettere insieme i pezzi delle proprie vite. A differenza di una delle serie madre del mistery, Manifest si conclude con una sola spiegazione: tutti abbiamo una seconda possibilità. Questo lo si intuisce bene dalle ultime scene, in cui personaggi come Eagan (Ali Lopez-Sohaili) e Adrian (Jared Grimes) vengono risparmiati, e dall’atterraggio che spiegheremo meglio a breve.

Manifest 4: È davvero tutto collegato!

È tutto collegato, decisamente la tagline dell’intera serie, ripetuta soprattutto da Cal Stone (Jack Messina/ Ty Doran). Mai niente di più vero! Il piccolo Cal infatti, oramai adolescente, era decisamente il predestinato, colui che si sarebbe dovuto sacrificare per salvare tutti i suoi compagni, colui che una volta arrivato nella coscienza divina ha capito quanto ci fosse bisogno di lui sulla terra.  Quando esclamava che tutto era connesso aveva proprio ragione, ma non sapeva ancora che sarebbe stato suo il sacrificio, necessario a far riapparire il volo 828 e riportare tutti, o almeno i meritevoli, al famigerato 7 aprile 2013. Cal infatti, quello di Ty Doran che ci regala un’interpretazione in linea con la resa del talentuoso Jake Messina grazie ad un duro lavoro di scelte, è colui che, a causa dello zaffiro intrinseco, deve “fondersi” con i resti dell’arca di Noè. Niente di più biblico. Tutto riconduce quindi all’origine, in quel luogo in cui Saannvi (Parveen Kaur) aveva gettato l’ultimo pezzo rimasto dell’arca di Noè, proprio dove il Monte Ararat aveva lasciato un cratere. Cal sparisce in un fascio di luce blu che illumina tutta la città, talmente potente da portare tutti i passeggeri a raggiungerlo. Angelina è tra questi, nonostante i tentativi di depistaggio di Eagan e Adrian, che, finalmente riescono a capire quale sia la retta via e che la ragazza in realtà non è altri che una fanatica convinta.  Quando tutto però sembra essere finito, un forte terremoto incombe sulla terra e il cratere che aveva avvolto Cal si riapre pericolosamente, annunciando la biblica uscita dell’aereo 828. Tutti i passeggeri corrono per imbarcarsi mentre Angelina, in un ultimo disperato tentativo, cerca di impedire la salvezza di tutti gli altri per proteggere i suoi “adepti”, finendo solo per ferirsi gravemente e salire sull’aereo tra le braccia niente meno che di Ben. Lui che si è sempre distinto per coraggio, l’immagine dell’impavidità come in Once Upon a Time (prima o poi dovevamo fare una citazione), che non si arrende di fronte a niente e che è disposto a tutto per la sua famiglia, fa la scelta più difficile: perdonare l’assassina di sua moglie nonché colei che aveva rapito sua figlia. Perché in fondo così doveva finire come tutto era stato previsto fin dall’inizio (l’immagine ne è la dimostrazione). In un ultimo grande gesto tutti si apprestano a ripartire con quel maledetto volo, e proprio in volo subiscono il giudizio universale dell’angelo della morte. Chi non è riuscito a utilizzare bene questo dono infatti si tramuta in cenere, e questo destino spetta ad 11 persone, Angelina, FINALMENTE, compresa. In una scena non proprio all’apice degli effetti speciali, confinante in un po’ di sano trash, tutti arrivano al bagliore e aprono la porta del gate di arrivo dell’aeroporto.

Manifest 4: manifestare il proprio futuro

Tutto finisce quindi proprio come doveva essere, i nostri passeggeri atterrano e si ritrovano proprio nel 2013. Tutti i loro cari sono li ad aspettarli, compresi quelli persi negli ultimi 5 anni. Solo loro sanno cosa sia successo, il resto del mondo non sa niente. Niente più “icsiani” niente più chiamate e, a malincuore, niente più Vance e Ben uniti per lo stesso obiettivo. Ma tutto va come doveva andare, ogni passeggero chiama i propri cari, fa la scelta che avrebbe dovuto fare e che non avrebbe fatto se fosse atterrato correttamente. Ogni storyline raggiunge il suo epilogo: Cal ritorna bambino e appare in aeroporto, non si ricorda niente è vero ma ritrova la sua perduta infanzia da godersi insieme alla sua gemella Olive. Un punto di nostalgia ce lo abbiamo perché Olive non potrà stare con TJ, ma se è destino questo accadrà comunque. Ce lo dimostra Michaela che sta per dire “si” alla proposta di Jared. Lui però confessa che la proposta era solo un disperato tentativo di farle superare il trauma, dimostrando che i sospetti di Michaela erano fondati. Per questo, i due si separano lasciando la ragazza correre tra le braccia di Zeke, realizzando che è proprio fuori alla guida di un taxi che aspetta i passeggeri. Parlando di destino e a conferma della tesi, Jared poi incontra proprio Drea e inizia subito un’intesa.

È proprio questo il bello di Manifest, tutto concorre ad una sola cosa, il destino, la seconda scelta (quella giusta). Tutto viene manifestato come deve essere, perché in fondo è questo che succede, tutti si creano il proprio futuro.

Tutto creato perfettamente in questa 4 stagione concorre ad un finale perfetto, che si distacca da ogni prodotto visto negli ultimi anni. Non ce lo aspettavamo ma la serie ci ha dato le risposte che dovevamo avere, tutto si ricollega perfettamente all’inizio, persino l’incontro di Zeke e Michaela nella baita, causato dalla stessa Michaela. Ecco perché lui aveva la sensazione di averla già vista, non c’entrava nulla la foto nel giornale. Tutto è perfetto. Magari se ci fossero state le 6 stagioni annunciate ci sarebbe stato più tempo per spiegare perché proprio Cal era il prescelto, o non si sarebbe conclusa la storyline del capitano Daly e di Fiona così velocemente. Fatto sta che per una volta, dopo tante stente, abbiamo avuto le risposte che dovevamo avere, o meglio che ci meritavamo. L’unica domanda personale è: sono morti, sono in paradiso, o quello che vediamo è vero? Se Vance cerca gli 11 passeggeri scomparsi e tutto il mondo non sa nulla quetsa dovrebbe essere la realtà.  Ma chi ci dice che essi non stiano manifestando tutto questo perché in realtà sono morti ed è ciò che hanno sempre voluto?  

Bel lavoro Rake! Voto: Dieci meno (Il meno deriva dalla vergognosa CGI di Cal nel finale)

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