Napoli (s)Velata, la recensione di una Napoli tra tensione e passione

Napoli (s)Velata, la recensione di una Napoli tra tensione e passione

Una città protagonista, Napoli, accoglie ancora una volta il visionario regista Ferzan Özpetek. E attraverso la sua ultima pellicola, ‘Napoli velata’, accoglie noi. Come dei veri e propri turisti, trasformati però in filosofi addirittura. Giochiamo con il titolo. Sembra, con lo scorrere del tempo cinematografico, di togliere continuamente veli. Certo nei primi ciak sembra più una Napoli senza veli che velata: «La verità – dice nel film – non va guardata in faccia nuda e cruda ma la devi sentire, intuire. Il velo non occulta, ma svela.»

Recensione Napoli Velata

Il regista presenta una Napoli attraverso un viaggio quasi in 3D. Ottima la fotografia che sembra raccontare una storia nella storia. Suggestiva attraverso i simboli architettonici e artistici di una città misteriosa che ha tanto da raccontare ma anche da nascondere. Sembra un viaggio quasi incompleto, incompiuto, rassegnato così come sembra essere per il regista Napoli. Il percorso inizia a Palazzo Mannajuolo – dove si apre il film con una scena onirica di un omicidio- che si trova in Via Gaetano Filangieri nel quartiere Chiaia. Si proseguirà tra Piazza del Gesù, Via Benedetto Croce, Piazza San Domenico.
Ancora il Museo Archeologico di Napoli dove c’è il primo appuntamento mancato tra Adriana (Giovanna Mezzogiorno) ed Andrea Galderisi (Alessandro Borghi), dopo l’intensa notte d’amore passata insieme. Il tour contemplerà anche la Galleria Principe di Napoli – con uno spettacolo di percussionista – e si concluderà nella meravigliosa Cappella Sansevero per ammirare il noto Cristo Velato. Più che di una cartolina questa volta parliamo di una gif. Un viaggio fatto di tormenti, fantasmi del passato che ritornano e si impossessano della protagonista Adriana, ma anche dello spettatore che entra nello stesso circuito impazzito. A volta sembra che quel viaggio possa trasformarsi in un tour finito male come in Jurassik Park di Spielberg. La storia è tenuta in piedi da espedienti narrativi e richiami ai grandi registi come Alfred Hitchcock e Dario Argento.

Gli Attori di Napoli Velata: dalla Mezzogiorno a Borghi

Cast Napoli Velata

Straordinario il lavoro di Giovanna Mezzogiorno che si prende la scena in tutti i sensi. Camaleontica e carismatica. Risponde e incarna a pieno l’idea del suo personaggio partorita dal regista. Fredda come il suo lavoro di medico legale e passionale nelle scene decisamente vietate ai minori. Alessandro Borghi interpreta invece Andrea, che seduce Adriana, per poi trasformarsi a sua volta in uno dei suoi fantasmi, nel più duro da mandare via: quello del creduto ‘amore per sempre’.

Un fantasma così potente da rischiare di nascondere anche l’amore ‘vero’, che Adriana ha davanti ma non riesce a vedere. Borghi è stato il primo attore ad aver fatto il casting per il ruolo e il regista ha affermato di averlo scelto subito, colpito da un inconsapevole guizzo di malvagità nei suoi occhi. E’ stato definito da Özpetek «un rompiscatole» per le tante domande che gli rivolgeva sul ruolo: «Poi si è lasciato andare», ha precisato il regista, «pretende molto, e tira fuori l’istinto.

Dopo la testa ha mostrato il cuore e ha vinto». E sembra non esserci differenza tra lui e i nudi scultorei presenti nella pellicola.Intorno ai due protagonisti una schiera di ottimi interpreti, una fitta componente partenopea. Ci sono, tra gli altri, Peppe Barra, Anna Bonaiuto, Maria Pia Calzone, Luisa Ranieri, Biagio Forestieri, Mari Luisa Santella, Lina Sastri. Sono soprattutto loro a trasformare lo spettatore in intellettuale, facendolo entrare nei salotti e nei palazzi napoletani, per assistere a scene corali miste a inganni e maschere di ogni tipo. Ci si trova davanti ad una sorta di “grande bellezza” partenopea, che sembra però quasi finta, e inesistente davanti all’aroma del caffè bollente assaporato da Adriana e dalle sue polpette fritte, quelle che l’amore che non vede può mangiare, a differenza del suo amore fantasma.

I Luoghi della Città visti da Napoli Velata

  • La Farmacia degli Incurabili, luogo in cui Adriana incontra Pasquale
  • Il museo archeologico di Napoli, luogo fissato per il secondo appuntamento tra Andrea e Adriana
  • Il Palazzo Pandola, situato in Piazza del Gesù, fa da cornice a molte scene del film
  • Castel dell’Ovo, una bellezza agli occhi, qui la scena della Tombolata
  • La scalinata del Palazzo Mannajuolo è la prima scena del film
  • La stazione della metropolitana Toledo
  • La Galleria Principe, luogo dove quasi tutti si incontrano per guardare le prove dei bottari
  • Cappella di San Severo, luogo dove viene conservato il Cristo Velato

Trailer Ufficiale Napoli Velata

Özpetek non si fa mancare niente in questo suo ricco e non sempre armonioso spartito che cerca in tutti i modi di trasportare lo spettatore attraverso anche delle alterazioni divise tra il sacro e il profano. Apollineo e dionisiaco. Logos e Caos. Alla fine potremmo risultare imprigionati e risucchiati dalla storia e dai vicoli della città, quasi spaesati e avvolti in un gomitolo di fatti che s’aggroviglia, e nel quale alla fine avremo la sensazione di essere aggrovigliati.

About The Author

Diploma classico e giurista in erba alla Federico II di Napoli. Appassionato e cultore di cinema, sognatore a occhi aperti, inguaribile romantico. La passione per il cinema molto probabilmente deriva dalle tragedie greche. Studioso del bel calcio dopo aver visto il doppio passo del fenomeno Ronaldo ai tempi dell'Inter e le esultanze dell'areoplanino/scugnizzo Montella. Mi servo della scrittura per arrivare al cuore della persone. Preferisco καιρός al kρόνος!

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