Recensione Rocketman: Film sulla vita di Elton John

Recensione Rocketman: Film sulla vita di Elton John

Sulla scia del grandioso successo di “Bohemian Rhapsody”, dove subentrò in cabina di regia al posto di Bryan Singer a poche settimane dalla fine delle riprese, il regista britannico Dexter Fletcher rende omaggio a un’altra superstar del rock: Elton John, al secolo Reginald Kenneth Dwight, con un film sulla musica incredibilmente suggestivo.

A differenza di quello su Freddie Mercury, qui siamo di fronte a un biopic meno tradizionale: partendo dall’infanzia nei sobborghi londinesi, alla gavetta per le soul band negli anni Sessanta fino all’incredibile successo con gli inevitabili eccessi di droghe e alcool, la vita di Elton John è raccontata attraverso una sorta di musical che, probabilmente, funzionerebbe ancora meglio in uno scenario teatrale.

Le celebri canzoni create insieme all’amico, collega e autore Bernie Taupin compongono il tessuto per narrare le vicissitudini di un timido e goffo ragazzino segnato da uno smisurato e talvolta inconsapevole talento per la musica, insicuro e alla costante ricerca dell’amore: familiare prima, in quanto cresciuto con due genitori anaffettivi e noncuranti, e romantico in seguito, perduto nella confusione sessuale e in scelte artistiche e personali poco obiettive.

Rocketman

La parabola della fama che divora i più deboli è ovviamente un terreno notorio per le biografie dei cantanti (da “Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line” a “Ray”, passando per “Sid e Nancy” e “Jimi: All is by my side” fino allo stesso “Bohemian Rhapsody”) e anche qui la sceneggiatura non brilla certo per originalità: da un primo atto esplosivo e trascinante, complici anche le migliori hit di John e Taupin come “The Bitch is Back”, “Your Song” e “Crocodile Rock”, nella parte centrale la pellicola si inceppa sul cosiddetto “effetto Wikipedia”, nel voler cioè mostrare un veloce susseguirsi di eventi senza soffermarsi troppo sulla psicologia dell’uomo prima che dell’artista.

Taron Egerton e le doti vocali

Fortunatamente la prova del bravissimo Taron Egerton (gallese classe 1989 visto in “Kingsman” e nello sfortunato remake di “Robin Hood”) e il repertorio del baronetto inglese sono ingredienti sufficienti per intrattenere e creare un’opera colorata, energica e coinvolgente. Nei panni di Elton John, Egerton è oltremodo convincente, somigliante e sorprendentemente abile anche nelle parti vocali, totalmente opera sua (a differenza di Rami Malek che reinterpretava le canzoni dei Queen con la voce di Freddie Mercury tranne sporadici casi). Trasformista, camaleontico, eccentrico e costantemente sopra le righe, il suo Elton ci restituisce un uomo solo e tormentato che, indossata la maschera del performer, riesce a liberarsi dalle sue restrizioni e ad essere se stesso fino in fondo solo sul palco.

Secondo la Paramount Pictures in fase di montaggio sono stati tagliati quasi 40 minuti dalla prima versione, che mostrava personaggi e storie relative alle vicende personali di Elton John, preferendo rivelare il percorso di autodistruzione e riabilitazione del protagonista: chissà se nella versione home video saranno reintegrati.

La scena finale, all’incontro con il gruppo di supporto nella struttura dove si sta disintossicando, risulta eccessivamente pomposa e quasi stucchevole, con il cantante che idealmente rivede una a una le persone che hanno avuto un impatto sulla sua vita e con le quali è intenzionato a riconciliarsi.

Elton John Rocketman

In realtà la pellicola funziona meglio quando partono le inconfondibili note delle canzoni di Elton John, con sapienti invenzioni registiche (come la scena nella piscina dove egli si trova faccia a faccia con il sé fanciullo che sta suonando un piano in miniatura), cambi di scene, ballerini e costumi stravaganti.

Anche quei pochi che non conoscono da cima a fondo la carriera di Elton John finiranno per essere rapiti dalle performance e dall’atmosfera vintage anni Settanta che si respira per buona parte del film, un mix di pop, glam rock, soul e honky tonk, melodie irresistibili di un artista fondamentale per la musica del XX secolo.

Rocketman: i Riconoscimenti 

Tanti i riconoscimenti per questa meravigliosa pellicola, tra i più prestigiosi:

  • 2020 – Premio Oscar alla Miglior canzone a Elton John e Bernie Taupin per (I’m Gonna) Love Me Again
  • 2020 – Golden Globe Miglior attore in un film commedia o musicale a Taron Egerton
  • 2020 – Golden Globe Miglior canzone originale in un film a (I’m Gonna) Love Me Again 

(I’m Gonna) Love Me Again Premio Oscar

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