Recensione Un altro giro film di Thomas Vinterberg

Recensione Un altro giro film di Thomas Vinterberg

DANIMARCA, 2020
REGIA: THOMAS VINTERBERG
DURATA: 117 min.
CAST: MADS MIKKELSEN, THOMAS BO LARSEN, MAGNUS MILLANG, LARS RANTHE, MARIA BONNEVIE.

Candidato a due premi Oscar (miglior regia e film internazionale) e vincitore di quattro European Film Awards, “Un altro giro” è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma lo scorso ottobre.

LA TRAMA

Copenaghen. Quattro amici di lunga data, insegnanti e colleghi nello stesso liceo, si ritrovano puntualmente a cena e tra un brindisi e l’altro fanno un bilancio delle proprie esistenze. Per motivi differenti, tutti si sentono insoddisfatti delle loro carriere professionali e si accorgono di non avere più la motivazione e la passione che da giovani li avevano spinti a scegliere l’insegnamento come aspirazione lavorativa.

Uno di loro in particolare, Martin (interpretato da Mads Mikkelsen) sente che anche il rapporto con la moglie e i figli soffra di apatia ed eccessiva monotonia. Ecco che quindi l’idea di  Finn Skårderud, uno psichiatra norvegese, improvvisamente li colpisce: secondo lo studioso, mantenere un livello costante di alcol nel sangue (per supplire a una mancanza che l’essere umano si porta dietro dalla nascita) porterebbe a notevoli benefici sui piani del benessere, della creatività e del relax.

Incuriosito dalla teoria, il gruppo di amici decide di iniziare una sorta di esperimento per provare la solidità di tale tesi, annotando via via i progressi e stabilendo delle regole: il livello alcolemico non dovrà mai scendere sotto la soglia di 0,05% e sarà obbligatorio smettere di bere dopo le otto di sera.

In seguito ad un breve periodo in cui tutti e quattro riscontrano effettivamente degli esiti positivi sia nell’approccio con i loro studenti che con le proprie famiglie senza eccessive conseguenze dannose, ad un certo punto Martin, corroborato soprattutto dal miglioramento dell’atmosfera in casa, decide di spingersi un po’ più in là, perdendo ben presto il controllo con risultati spiacevoli per la sua vita e per quelle delle persone intorno a lui.

Un altro giro

RAPPORTI UMANI ALTERATI

Diretto da Thomas Vinterberg (regista danese celebre per “Festen” e “Il sospetto”, quest’ultimo sempre interpretato da Mikkelsen), il film ruota intorno al rapporto tra quattro amici di mezza età che attraversano una profonda crisi esistenziale, tra i doveri come professori in un liceo con la responsabilità di plasmare e guidare giovani menti, da una parte, e quelli come mariti e padri, dall’altra.

Le debolezze e le insicurezze degli uomini in queste due vesti non sono state esplorate spesso al cinema ultimamente (perlomeno non in un genere che non sia la commedia demenziale), e Vinterberg realizza un quadro onesto e senza fronzoli delle pressioni e difficoltà per una persona sulla quarantina di stare al passo coi tempi nella collettività odierna, rimanendo fedele a se stessa ma dovendo continuamente mettersi in gioco per non rischiare di alienarsi gli affetti di coloro che le stanno accanto.

Specialmente in una società come quella nordeuropea, estremamente ambiziosa e che evolve in fretta, le motivazioni dei quattro amici appaiono ancor più ragionevoli. Iniziata come una sorta di boutade innocua mascherata ingegnosamente da esperimento scientifico, la loro iniziativa bislacca li porterà a credere di sentirsi padroni di loro stessi, con una sorta di corazza per procedere nella vita.

Inizialmente piacevole, la loro realtà vissuta senza i soliti freni inibitori avrà però pesanti ripercussioni sui loro rapporti familiari e professionali, amplificando le loro mancanze e i loro difetti.

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UN INNO ALLA VITA

Nonostante il regista e sceneggiatore Vinterberg (che firma anche lo script insieme a Tobias Lindholm) lasci al pubblico giudicare quanto le scelte di Martin e soci siano dannose, senza condannare totalmente la pratica del bere per migliorare la propria esistenza (emblematica la scena di uno degli studenti all’esame finale, spinto a “farsi un goccetto” proprio dal suo professore per sciogliere la tensione), alla fine ciò che prevale nella sua ottica è che la vita di Martin, vero protagonista della storia, subisce una escalation di scostamento dalla realtà che non fa altro che allontanarlo dalle vere gioie della vita.

Il rapporto con la moglie e i figli appannato da anni di indolenza non può ovviamente beneficiare del suo stato di ebbrezza perenne, e dovrà imparare una dura ma necessaria lezione per capire quali siano le cose che contano davvero nella vita.

VALE LA PENA VEDERLO?

Più che un film sul bere, “Un altro giro” è un film sul risvegliarsi alla vita, riprendendo coscienza di sé. Non tutti i mali vengono per nuocere, sembra dirci Vinterberg: nel suo ballo liberatorio finale, forse il momento più bello e sentito di tutta la pellicola, Martin impara che la leggerezza nella vita non solo è indispensabile, ma è sempre più spesso una cosa rara e difficile da raggiungere oggigiorno.

La performance di Mikkelsen è eccellente: questa nuova fortunata collaborazione con Vinterberg (dopo il drammatico “Il sospetto” nel 2012) conferma la sua versatilità in un ruolo misurato, che non esplode mai esteriormente ma che ci comunica tutta la frustrazione di Martin.

La sua parabola autodistruttiva ci insegna che a volte bisogna perdere del tutto il controllo per ritrovare se stessi e ripartire daccapo per dare importanza a ciò che ci rende veramente felici.

Un film schietto e intimamente importante che con grande efficacia, umorismo franco e delicatezza ci ricorda quanto non solo la vita sia breve, ma quanto la vitalità sia altrettanto precaria e al contempo preziosa al fine di non dimenticare di inseguire le proprie passioni.

DOVE VEDERE UN ALTRO GIRO

Un altro giro è presente sulle principali piattaforme streaming per il noleggio, Hulu, iTunes, Amazon Prime Video, Google Play e Vudu.

CURIOSITÀ

  • A pochi giorni dall’inizio delle riprese, la figlia del regista Vinterberg, Ida, è rimasta vittima di un incidente stradale. In seguito alla tragedia, la sceneggiatura del film è stata modificata per essere più incentrata sul tema dell’importanza della vita. Il film è dedicato a Ida e alcune scene sono state girate nel liceo della ragazza con i suoi veri compagni di classe.
  • La Danimarca ha una delle percentuali mondiali più alte di adolescenti dediti all’alcol: da un rapporto dell’OMS pubblicato all’inizio del 2020 emerge che un ragazzo danese di 15 anni consuma bevande alcoliche per circa il doppio della media europea.
  • Nonostante le restrizioni dovute al Covid-19, la vendita dei biglietti per il film nei cinema danesi, grazie anche alle anteprime, è stata talmente alta da rendere “Un altro giro” la pellicola drammatica danese con l’incasso più alto nel weekend di apertura degli ultimi sette anni.
  • Nonostante l’argomento del film, Mikkelsen ha dichiarato che il cast non ha mai toccato una goccia di alcol durante le riprese. Per prendere ispirazione riguardo agli effetti più deleteri, i quattro attori hanno guardato molti video su YouTube.

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