È diventata in poco tempo un fenomeno internazionale, stiamo parlando dell’acclamata serie coreana Squid Game. Questo particolare titolo sta ad indicare un gioco, conosciuto in terra coreana, intitolato gioco del calamaro.
Le regole sono inizialmente a noi sconosciute ma in seguito, nel corso degli episodi, sarà possibile visionare da vicino il gioco del calamaro.
Squid Game è reperibile sulla piattaforma streaming Netflix, molto probabilmente gli stessi creatori non si aspettavano un successo così grande. La serie tv è infatti disponibile solo sottotitolata in italiano, questo tuttavia non ha limitato l’espandersi del fenomeno.
La produzione ha infatti raggiunto i 111 milioni di spettatori nel primo mese di programmazione, divenendo così la serie più vista nella storia di Netflix, battendo anche la famosa Bridgerton.
Il gioco del calamaro
La serie cerca di rendere visibile l’insoddisfazione di coloro che hanno (quasi) tutto nella vita.
Un’ipocrisia aleggia in tutti gli episodi di Squid Game che per la precisione sono 9.
I protagonisti all’interno del gioco perdono anche il proprio nome e cognome ed infatti sono contrassegnati da alcuni numeri, il primo 001 e l’ultimo 456.
Tutti i partecipanti sono sottoposti ad alcuni giochi infantili, a partire da uno, due, tre, stella; aspettatevi però una versione decisamente diversa dalla classica.
Ognuno di loro infatti inizialmente incosciente di quello che sta per succedere, in seguito si rende conto del pericolo a cui è sottoposto per arrivare al premio finale in denaro. Questo dissuaderà i partecipanti?
A seguito della prima prova infatti i concorrenti si rendono conto del valore, economico, che ogni partecipante eliminato ha.
Proprio al termine delle prime prove infatti anche al di fuori delle sfide i concorrenti inizieranno una guerra sanguinosa che porterà alla vincita di un unico giocatore. Ovviamente non lo spoileriamo per i più curiosi.
Realtà o utopica finzione?
Squid Game si pone come obbiettivo quello di portare una rappresentazione del Sud e del Nord Corea in tutto il mondo.
La questione rimane, il gioco è davvero così tanto un’utopia o può essere una rappresentazione esasperata della realtà?
A questa domanda lasciamo una vostra risposta aperta.
La visione del regista Hwang Dong-hyuk è la seguente:
“Volevo scrivere una storia che fosse un’allegoria o una fiaba sulla società capitalistica moderna, puntando su una competizione estrema che dipingesse la competizione della vita.”
Questo quanto rilasciato in un’intervista concessa alla rivista Variety.
La serie Squid Game rompe sicuramente ogni convenzione con le altre a cui siamo abituati e apre gli orizzonti verso qualcosa di nuovo e innovativo.
I protagonisti della serie sono nomi e volti a noi quasi sconosciuti, tranne per una delle protagoniste.
Jung Ho-yeon interprete di Kang Sae-byeok è infatti uno dei volti della nuova campagna di Louis Vuitton. Quest’ultima è anche stata incoronata dai social come uno dei personaggi più amati della serie, tra questi anche Anupam Tripathi interptrete di Abdul Ali.
Un labirinto di storie
L’attrattività della serie Squid Game non si lega unicamente al valore metaforico che assume l’intera trama, infatti lo spessore dei personaggi è notevole.
Ogni personaggio viene analizzato a fondo cercando di far emergere ogni suo lato nascosto e più controverso.
Vi ritroverete ad amare un personaggio all’inizio della prima puntata e odiarlo alla fine dell’ultima.
Possiamo considerarla certamente come una serie che intrattiene il proprio spettatore fino in fondo sicuramente.
Dunque alla fine di questa recensione potremmo dire che non rimarrete delusi da questa serie.
Non possiamo non considerare anche la presenza di alcune scene che possono essere inquadrate come splatter.
Se siete persone facilmente impressionabili meglio evitare la visione di questa serie che ingloba all’interno della sua trama una serie di morti violente.
Dopo le numerose raccomandazioni vi auguriamo una buona visione!
Squid Game voto complessivo 8.
