Recensione Universi Paralleli: la nuova serie Disney +

Recensione Universi Paralleli: la nuova serie Disney +

Una stagione, sei episodi e quattro amici alle prese con l’ultimo giorno di scuola prima del liceo e l’inizio dell’estate. Tutto molto tranquillo, fin quando il piccolo gruppo composto da Bilal (Omar Mebrouk), Viktor (Jules Houplain), Roman (Jade Pedri) e Samuel (Tomas Chomel) decide di festeggiare il compleanno di Bilal in un bunker in mezzo alla foresta, proprio il giorno in cui l’universo sembra deciso a fregarsene di ogni regola fisica rimescolando il tutto.

In un’atmosfera di felicità nonostante la bocciatura di Viktor, Roman e Samuel cercano di andare incontro al loro amore con un primo bacio, che però verrà interrotto da un blackout in pieno stile Dark lasciando Samuel solo e disperato. Roman, Viktor e Bilal scompariranno nel nulla e un uomo barbuto ed impacciato, prenderà il loro posto.

Ogni regola dell’universo non esiste più e la teoria dei multiversi di Everett comincia a farsi strada nella vita di Samuel grazie all’aiuto di Sofia (Naidra Ayadi), madre di Bilal e fisica dell’ERN.

Dove sono finiti Bilal, Roman e Viktor? Chi è l’uomo barbuto comparso nel bunker? Queste le domande che Samuel inizierà a porre a sé stesso, alla polizia e soprattutto a Sofia.

Ecco la sinossi di Parallels, nuova serie uscita a marzo 2022 su Disney plus con la produzione di Quoc Dang Tran, la quale vuole imporsi nel mercato dello sci-fi con la pretesa di parlare di multiversi, sulla falsariga del cinema anni ’80.

Universi Paralleli: Il confronto inevitabile

Quando si inizia una nuova serie tv si è pieni di speranza; se si è un po’ nerd però, alla lettura di una trama riportante termini sci-fi e di un titolo che lascia poco all’interpretazione, la trepidazione sale ancor di più e non si vede l’ora di vederla.

Un bunker abbandonato nel cuore di una foresta, quattro tredicenni, la voglia di scappare da un placido paesino di montagna e la paura del futuro che li aspetta. Una struttura narrativa basata su accadimenti inaspettati che sconvolgono i ragazzi e un mistero all’apparenza irrisolvibile, che si duplica e si divide allo stesso tempo in una versione capovolta dello stesso mondo, e che coinvolge inevitabilmente una madre e un poliziotto. Non si può non pensare a Stranger Things o a Dark (se si ci si sofferma sul coinvolgimento dell’ERN nella trama).

Passiamo però oltre, per un’analisi rispettosa della serie.

Universi Paralleli: a volte una buona penna non basta

Una cosa è certa, la storia raccontata ha un potenziale immenso. Seguendo le influenze di grandi prodotti cinematografici e televisivi è in alcuni punti una serie decisamente innovativa accompagnata da musiche scelte strategicamente per il pubblico di riferimento.   

Quoc Dang Tran insieme alla fotografia di Antony Diaz, tipica di serie già acclamate ma con toni meno cupi, con la sua sceneggiatura, si distingue dalla solita commedia francese e porta sullo schermo una serie fatta soprattutto di primi piani e soggettive. Il problema è che una grande trama o una grande penna, non basta a fare un buon prodotto. Se questo si vuole imporre nel mercato del cinema sci-fi deve essere all’altezza del contesto. Fotografia, montaggio e riprese ottime non sono accompagnate da una trama fluida, bensì da una trama che fa fatica a svilupparsi e che spesso, quando si sviluppa, apre e chiude un arco narrativo in un secondo, lanciando “Spannung” qua e là senza un’intenzione vera e propria. In poche parole tutto va assolutamente troppo in fretta, portando ad un problema più grande di dialoghi e doppiaggio poco strutturati: un finale privo del tipico cliffhanger per cui lo spettatore invece di interrogarsi sul futuro, si chiede se il prodotto sia esclusivamente per bambini.

Trailer Universi Paralleli

About The Author

Related posts