Il 15 marzo 1972 ci fu a New York la première mondiale del film “Il Padrino”, uno dei massimi capolavori del cinema, diretto da Francis Ford Coppola e interpretato da attori di prima grandezza come Marlon Brando, Al Pacino, James Caan, Robert Duvall e Diane Keaton.
Acclamato in tutto il mondo da pubblico e critica, divenne immediatamente un successo al botteghino tale da superare il record di incasso del kolossal “Via col vento”, oltre a entrare nell’immaginario collettivo per le numerose scene cult.
Citato, omaggiato e venerato da qualsiasi enciclopedia o sito cinematografico, “Il Padrino” segnò uno spartiacque nella storia della settima arte per impatto culturale e artistico, ridefinendo di lì in poi il genere di film sui gangster.
Curiosità Il Padrino
In l’occasione dell’anniversario della sua uscita quasi cinquant’anni fa, ecco alcune curiosità sul film e la sua genesi.
- Il film è tratto dal libro omonimo di Mario Putzo del 1969, già best seller con nove milioni di copie vendute. I diritti furono acquistati dalla Paramount Pictures, che volle un regista di origini italo-americane per dirigere l’adattamento: il primo nome che si fece fu quello di Sergio Leone, che però rifiutò per dedicarsi al progetto “C’era una volta in America”. La scelta finale di Francis Ford Coppola fu osteggiata perché, nonostante le origini italiane, era un regista semi sconosciuto.
- I contrasti tra la produzione e Coppola furono molti, addirittura in molte occasioni la Paramount minacciò di sostituire il regista, affermando che fosse inadatto a rispettare le tempistiche e i limiti del budget, e accusandolo di aver scelto attori sbagliati. Alla fine Coppola terminò il film rimanendo al di sotto delle spese e prima dei termini concordati (77 giorni di riprese contro gli 83 previsti).
- Marlon Brando, che nel film interpreta il patriarca Don Vito Corleone, era noto per utilizzare il Metodo Strasberg, una tecnica recitativa che addestra gli attori a perdersi nei propri ruoli. L’attore non memorizzava le sue battute e improvvisò tantissimo sul set, tanto che durante le riprese leggeva direttamente da alcuni cartoncini ciò che il suo personaggio avrebbe detto.
- Il famoso look stile “bulldog” di Don Vito Corleone era il risultato di un’apposita dentiera che deformava l’aspetto della mandibola di Brando. Egli stesso ebbe questa idea quando al provino si presentò con del cotone infilato nelle guance.
- I primi responsi al film furono così positivi che il sequel (“Il Padrino Parte II”) fu pianificato ancora prima che “Il Padrino” fosse terminato.
- Per la sua interpretazione Marlon Brando vinse il suo secondo Oscar come migliore attore protagonista (il primo fu nel 1955 per “Fronte del porto”). L’attore non partecipò alla premiazione rifiutando il premio, mandò invece al suo posto Sacheen Littlefeather, una nativa americana, che tenne un discorso alla platea in cui denunciava il trattamento degli indigeni da parte dell’industria dello spettacolo. Solamente in seguito si scoprì che la ragazza era un’attrice ingaggiata da Brando.
- Al Pacino, che nel film interpreta il figlio di Vito Corleone, Michael, venne candidato all’Oscar come migliore attore non protagonista, nonostante il suo personaggio appaia per più tempo rispetto a quello interpretato da Marlon Brando (che vinse come protagonista nonostante complessivamente appaia nel film per meno di un’ora). Per tale ragione Pacino si rifiutò di partecipare alla cerimonia degli Academy Awards.
- Nel film non viene mai pronunciata la parola “mafia”. Questo fu il risultato del compromesso tra il produttore Albert Ruddy e il boss Colombo, che aveva minacciato di boicottare la pellicola rea di rappresentare tutti gli italoamericani come mafiosi.
- Orson Welles voleva fortemente la parte di Don Vito Corleone, al punto di essere disposto a perdere molto peso per ottenerla. Coppola aveva già in mente Marlon Brando per il ruolo e pensava che Welles non sarebbe stato adatto.
- L’iconica frase “Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare” è presente anche nei due sequel.
- Il film vinse in totale tre Oscar: miglior film, attore protagonista e sceneggiatura non originale. Coppola non vinse il premio per la regia (che quell’anno andò a Bob Fosse per “Cabaret”), tuttavia lo avrebbe vinto due anni dopo per il sequel “Il Padrino – Parte II”.
- Il direttore della fotografia Gordon Willis utilizzò la luce dall’alto per la gran parte delle scene, scelta dettata dal trucco di Marlon Brando che gli conferiva degli occhi molto infossati. Willis decise anche di usare ombre e toni seppia, per tale motivo l’atmosfera in molte scene è così oscura e lugubre.
- Durante le prove della celebre scena con la testa di cavallo nel letto, fu usata una testa di cavallo finta. Per le riprese, invece, ne venne usata una vera, acquistata da una fabbrica di cibo per cani. L’attore John Marley, che si ritrova la testa nel letto al suo risveglio, non era stato avvertito che sarebbe stata usata una vera testa di cavallo e il suo grido di orrore che si vede nel film è genuino.
- Talia Shire, che nel film interpreta Connie Corleone, è la sorella di Francis Ford Coppola. Il regista non voleva che la sorella facesse l’audizione per la parte, perché pensava che fosse troppo carina per il ruolo e temeva di essere accusato di favoritismi. L’autore del romanzo, Mario Putzo, richiese espressamente che l’attrice facesse il provino.