DURATA: 99 min.
CAST (VOCI ORIGINALI): STEPHANIE BEATRIZ, OLGA MEREDIZ, WILMER VALDERRAMA, JOHN LEGUIZAMO, DIANE GUERRERO, MAURO CASTILLO, ANGIE CEPEDA, JESSICA DARROW. CAST (VOCI ITALIANE): MARGHERITA DE RISI, FRANCA D’AMATO, NANNI BALDINI, ILARIA DE ROSA, ALESSIA AMENDOLA, LUCA ZINGARETTI, ALVARO SOLER, DIANA DEL BUFALO, RENATA FUSCO.
“Encanto” è il nuovo film d’animazione Disney, una coloratissima storia famigliare ambientata in Colombia, nelle sale dal 24 novembre e disponibile su Disney+ dal 24 dicembre.
TRAMA ENCANTO
La famiglia Madrigal è sicuramente fuori dall’ordinario: a partire dalla matriarca Abuela Alma, fino ai suoi figli e nipoti, la magia contraddistingue la loro vita all’interno del villaggio chiamato “Encanto”, un piccolo paradiso tra le montagne colombiane.
Ogni membro della famiglia possiede un dono particolare, ricevuto in tenera età grazie al potere di una speciale candela, che Abuela Alma ha ricevuto in seguito a un evento drammatico e che ora custodisce con grande attenzione.
Tutti i Madrigal si distinguono in qualcosa: tra chi riesce a sollevare enormi pesi, chi riesce a trasformarsi in un’altra persona oppure chi ha il potere di creare fiori e piante o può comunicare con gli animali, ognuno di loro vive nella comunità e prospera grazie al proprio talento.
Tutti tranne Mirabel, la nipote di Abuela Alma, l’unica che non ha ricevuto nessun dono da bambina e quindi si distingue dagli altri per non essere “speciale”. Ciononostante, la ragazza è molto legata alla famiglia e cerca sempre di aiutare, a modo suo, gli altri, senza rammaricarsi troppo per il suo essere diversa e conservando il sorriso.
Fino a quando un evento improvviso, che rischia di mettere in pericolo la loro dimora costruita in tanti anni di magia, fa piombare la famiglia nell’incertezza di un futuro e proprio Mirabel dovrà trovare le risposte per salvare i suoi affetti da un destino oscuro.
UNA FAMIGLIA STRAORDINARIA E IMPERFETTA
“Encanto” è il 60esimo classico Disney, e il secondo uscito quest’anno dopo “Raya e l’ultimo drago”, con il quale ha in comune una volitiva protagonista femminile che deve affrontare il proprio destino.
A differenza di Raya, però, qui non vi è un vero e proprio antagonista da combattere, bensì una minaccia che viene dall’interno dello stesso nucleo famigliare, qualcosa che mette in discussione le scelte dei Madrigal e rompe quegli equilibri apparentemente saldi su cui si è costruita la casa di famiglia.
Nonostante i loro poteri magici, i parenti di Mirabel sono persone imperfette e complesse come tutte le altre, quindi i problemi che devono affrontare quotidianamente sono gli stessi di qualunque altra famiglia. Da qui la facilità del pubblico di empatizzare con loro, che si tratti di gelosie tra sorelle, di ruoli prestabiliti dall’alto o della volontà di rimuovere un membro della comunità che non voglia adeguarsi alle aspettative della società.
LA MUSICA E IL COLORE
“Encanto” è quindi il racconto di come la famiglia sia il primo nucleo in cui si creano sì talenti e passioni, ma anche come essa tenti di conformare l’individuo alle proprie aspettative e come si plasmino dei ruoli all’interno dei quali obbligatoriamente una persona deve mantenersi.
Un messaggio molto importante che va a celebrare l’individualità e la ricerca del proprio spazio all’interno del mondo, a prescindere dalla provenienza sociale.
Tutto questo con una coloratissima animazione, che ricostruisce splendidamente i suggestivi luoghi della Colombia, tra animali variopinti e lussureggiante vegetazione, mentre risuonano le note irresistibili del compositore Germain Franco e le canzoni scritte da Lin-Manuel Miranda, che prendono spunto dai ritmi sudamericani e ci regalano una colonna sonora frizzante e trascinante.
Un’ulteriore incursione della Disney nei territori latino-americani, dopo “Le follie dell’imperatore” e “Coco” della Pixar, a testimonianza della sua volontà di allargare la rappresentazione (tutte le voci del cast originale sono infatti interpreti di nascita o origine colombiana).
VALE LA PENA VEDERLO?
“Encanto” è sicuramente un’opera riuscita e appassionante, anche se molti conflitti al suo interno potevano essere risolti in maniera meno frettolosa e in alcuni frangenti si ha l’impressione che la posta in gioco non sia così alta come dovrebbe.
I difetti a livello narrativo vengono in parte colmati da una grafica eccezionale, da una riuscita caratterizzazione dei personaggi (soprattutto della protagonista) e da un’atmosfera che gioca col folklore, le tradizioni e la magia, il tutto condito da una spinta verso temi importanti come le costrizioni famigliari, le aspettative sociali e persino i conflitti armati che costringono un popolo all’emigrazione, appena accennato ma non per questo meno d’impatto.