Recensione Machete con Danny Trejo

Recensione Machete con Danny Trejo

“Machete” è pulp-action che rende giustizia agli immigrati messicani.

Machete è un film del 2010 diretto da Robert Rodriguez e Ethan Maniquis.

Il film è ispirato al finto trailer presente nei primi minuti del film Grindhouse – Planet Terror diretto dallo stesso Rodriguez assieme al collega e amico Quentin Tarantino.

Il cast principale è formato da Danny Trejo (Machete Cortez), Jessica Alba (Sartana Rivera), Jeff Fahey (Michael Booth), Robert De Niro (senatore McLaughlin), Michelle Rodriguez (Luz), Steven Seagal (Rogelio Torrez), Lindsay Lohan (April Booth), Don Johnson (Von Jackson), Tom Savini (Osiris Amanpour), Cheech Marin (padre Cortez), Daryl Sabara (Julio) e Shea Whigham (Sniper). 

La pellicola è stata presentata fuori concorso alla 67a Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha ottenuto un successo al botteghino, con circa 44 milioni di dollari come incasso globale cui si aggiunge il 72% di critica positiva sul sito Rotten Tomatoes, nonostante si segnali un premio Razzie Award 2010 “peggior attrice non protagonista” a Jessica Alba.

Trama

Messico. Machete Cortez è un agente federale in missione per salvare una ragazza sequestrata. Durante l’operazione trova il suo capo corrotto assieme al signore della droga Rogelio Torrez. Il boss uccide a sangue freddo la moglie e la figlia di Machete prima di ferire gravemente quest’ultimo e ritenerlo morto. Passano tre anni, Machete vaga in Texas in cerca di un qualsiasi lavoro ma Michael Booth, uomo d’affari e spin doctor, spiega all’ex-agente che il corrotto senatore del Texas McLaughlin ha intenzione di aumentare i controlli al confine e ridurre il numero di immigrati messicani negli USA.

Machete accetta l’incarico di uccidere il politico e riceve 150000$ di anticipo, dopo essere stato minacciato da Booth. Ma quello che sembrava un lavoro semplice si rivela per Machete una trappola ordita da uno scagnozzo doppiogiochista di Booth per guadagnare nuovi sostenitori alle elezioni del senatore e far approvare il progetto di una recinzione elettrificata lungo tutto il confine messicano. Tradito di nuovo dalla corruzione di un sistema da cui era fuggito, quando scopre il coinvolgimento di un redivivo Rogelio Torrez nelle trame di Booth, Machete inizia una inarrestabile guerra personale che coinvolge nei suoi propositi di vendetta la bella Sartana Rivera, agente dell’immigrazione, e Luz, una ragazza che vende panini, in realtà a capo di un’organizzazione di aiuto per gli immigrati clandestini, “la Rete”, i cui membri vedono in Machete un eroe in cui credere.  

Recensione Machete 2010

Analisi del Film

Il sangue schizza e scorre, come veloce scorre l’azione, in uccisioni oltre i limiti dell’assurdo. Ma a parte l’evidente scopo di intrattenimento si scorge, fra un massacro e l’altro, un’evidente denuncia della subdola corruzione nutrita di denaro, droga, razzismo che affligge il sistema americano nel trattare la scottante questione dell’immigrazione dal Messico.

Il duro e distruttivo protagonista non è un eroe senza macchia e non esita a cogliere le occasioni che gli si presentano per soddisfare il piacere più sfrenato che segue all’azione. Eppure sotto la scorza violenta non si può non cogliere un profondo ed ammirevole senso di vera giustizia, non quella spudoratamente ostentata a parole dall’ipocrisia della feccia della politica e della società tutta.

E se la violenza non è mai la soluzione, considerando le alternative dentro e, purtroppo, fuori la finzione scenica, risulta impossibile non cercare nel coraggio e nella determinazione individuale un riscatto in cui giustizia e vendetta sono per necessità di circostanza perfettamente fuse in un unico ideale contro un sistema che calpesta diritti inalienabili per l’uomo rappresentato dagli immigrati.       

Sequel

Il successo ottenuto ha portato alla produzione di un sequel, Machete Kills, uscito nel 2013, diretto dallo stesso regista e che vede i personaggi principali di Trejo e della Rodriguez affiancati fra le new entry da Mel Gibson, Lady Gaga, Antonio Banderas, Sofia Vergara, Cuba Gooding Jr, Marko Zaror e Charlie Sheen.

All’irresistibile azione del primo episodio si aggiunge nel finale una serie di assurde citazioni dalla fantascienza ’80 – ’90 che rendono il prodotto ancora più divertente.

Machete Kills

Sofferenza e riscatto

La storia di Danny Trejo (Los Angeles, 16 maggio 1944), attore statunitense di origini messicane, è simile a quella del personaggio da lui qui interpretato.

La sua infanzia e adolescenza sono segnate da crimini e dipendenza dall’eroina che lo facevano entrare ed uscire dal carcere in maniera costante. La vita in strada lo portano a sviluppare la passione per il pugilato ma il sogno di una carriera sportiva viene offuscato dalla condanna presso il carcere di San Quintino di San Francisco. La dura vita in carcere, durante la quale riesce a diventare campione carcerario dei leggeri e welter della California, Trejo completa con successo un programma di riabilitazione lasciandosi alle spalle la vita criminale.

Il primo ruolo di comparsa lo ottiene nel 1985 e da quel momento inizia la sua carriera nella celluloide che lo vede, sul piccolo e grande schermo, recitare al fianco di star di Hollywood come Johnny Depp, Nicolas Cage, Charles Bronson,, Robert De Niro e Antonio Banderas. Trejo stesso in un’intervista ha dichiarato di voler spesso interpretare il ruolo del cattivo per insegnare ai bambini che il cattivo muore sempre.  

Giustizia e Giusto

Robert Rodriguez è amico e pupillo di Quentin Tarantino, maestro del pulp che non ha bisogno di presentazioni. Chi è fan di questo genere di celluloide sa che bisogna guardare oltre la violenza anche gratuita che viene offerta per scorgere in essa essenzialmente lo strumento principale per evidenziare la dura realtà di un mondo corrotto che nasconde sempre dietro la calma e le parole i suoi scheletri di corruzione.

In una simile rappresentazione della realtà uomini che credono fermamente in ideali di giustizia e libertà non possono che rimanere segnati profondamente dalle pugnalate che stanno lì dietro pronte a colpire. E se dopo un’iniziale fuga nemmeno si riesce a trovare almeno un po’ di pace è inevitabile raggiungere un punto di rottura e tornare in campo pronti a  dare anche la vita per rispondere a tono al marcio che spesso, per non dire sempre, insudicia quel sistema che dovrebbe garantire i diritti di tutti gli uomini in una società che è civile non solo sulla carta della legge. 

ESISTE LA LEGGE ED ESISTE CIÒ CHE È GIUSTO.

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