Recensione “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese

Recensione “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese

“Perfetti sconosciuti” è il film di Paolo Genovese entrato nel Guinness dei primati con il maggior numero di remake nel mondo; ne hanno realizzati 18 ma non si esclude la possibilità di farne altri. Ha vinto anche 2 David di Donatello, 3 Nastri d’argento, 1 Globo D’oro e 4 Ciak d’Oro. Il successo di questo film è la sua trama perfettamente costruita che si svolge a casa dei coniugi Eva e Rocco che invitano i loro amici a cena e la padrona di casa propone un gioco: leggere tutti i messaggi che arrivano e rispondere ad ogni chiamata davanti a tutti per dimostrare di non avere nulla da nascondere, ma se con un semplice gioco si distruggesse la vita apparentemente felice di tutti? Si dice che ognuno di noi abbia una vita privata, una pubblica e una segreta che può nascondere talvolta una decisione, un problema, un disagio talaltra cose più gravi come un tradimento, ma se fosse proprio il telefono ad essere complice di questa tricotomia?

“Ci sono film più belli ma ho saputo intercettare un fenomeno sociale in cui tutti si sono identificati. Non so se mi ricapiterà mai, ho avuto fortuna.” Paolo Genovese

Personaggi Perfetti Sconosciuti

Eva: interpretata da Kasia Smutniak è un’analista, moglie di Rocco e madre di Sofia, vive un rapporto conflittuale con entrambi. E’ lei a proporre il gioco a tutti i suoi amici ma dietro questa proposta c’è la chiave di lettura del suo personaggio.

Rocco: interpretato da Marco Giallini è un chirurgo plastico, marito di Eva e papà nonché confidente e amico di Sofia. Di professione chirurgo plastico, decide di andare in analisi non dalla moglie alla quale dice che la sua professione è inutile ma è un personaggio molto importante all’interno della trama, ne appare come il narratore per il quale “siamo tutti frangibili, chi più chi meno.”                                                                                                      

Cosimo: interpretato da Edoardo Leo è un tassista che si è appena sposato con Bianca ma è un uomo infedele che non smette di sbagliare.

 Bianca: interpretata da Alba Rohwacher è la moglie di Cosimo dal quale desidera avere un figlio ma non si capacita del perché il marito non voglia. Di professione fa la veterinaria, è una donna molto dolce e paziente, in alcuni casi fin troppo.    

Lele: interpretato da Valerio Mastrandrea è il marito di Carlotta, un uomo all’apparenza superficiale che per evitare che vengano fuori i suoi segreti scambia il telefono con l’amico Peppe.

Carlotta: interpretata da Anna Foglietta è la moglie di Lele, anche lei ha dei segreti con il marito ma la sua infelicità è dovuta soprattutto alla presenza della suocera in casa.                                                                                            

Peppe: interpretato da Giuseppe Battiston è un insegnante di educazione fisica, uno dei personaggi più sensibili della trama che nasconde un segreto importante sul suo “essere”. Reduce da un divorzio, ha imparato a non fidarsi troppo delle persone e avendo paura dei pregiudizi dei compagni non riesce ad essere mai sé stesso.

Cast Perfetti Sconosciuti

Riflessioni

Quando si guarda questo film si deve fare attenzione ad ogni storia, personaggio, dettaglio della trama sviluppata in un gioco della verità evoluto, moderno, scelto e fortemente voluto da Eva, della quale emerge solo uno dei suoi segreti nel gioco dei cellulari perché quello più “pericoloso” per la sua relazione, viene mostrato solo allo spettatore. Con quella che all’apparenza potrebbe sembrare una storia ordinaria, Paolo Genovese ha voluto catapultare lo spettatore in una serie di riflessioni su sé stesso e sul mondo che lo circonda, dimostrando le sfaccettature e le fragilità dell’essere umano vittima di sé stesso e di una scatola nera: il telefono, il cui uso spesso rende dipendenti inconsapevolmente. Il mondo virtuale appare come quello nel quale è più semplice vivere, nascondersi o rifugiarsi quando poi la conclusione da trarre è che la verità rende liberi. In un alternarsi di dramma e commedia Genovese ha dunque riportato sul piccolo schermo problematiche attuali, non solo la dipendenza da cellulare ma anche le crisi coniugali come quelle di Lele e Carlotta, Eva e Rocco inoltre ha trattato anche temi più sensibili come l’omofobia. Scopo del film è interiorizzare tutto ciò che si vede, insegnare alle persone la libertà di lasciare agli altri la scelta di chi essere senza dar valore ai pregiudizi ma soprattutto uscire da quel mondo virtuale che può compromettere la propria vita senza rendersene conto.

Curiosità del Film

  • Paolo Genovese ha avuto l’idea del film quando un suo amico è stato lasciato dalla moglie dopo un incidente stradale perché i medici le hanno dato il telefono del marito e lei ha scoperto tutti i suoi segreti.
  • Prima di girare il film, Genovese l’ha portato in scena in teatro a porte chiuse con alcuni allievi del corso di recitazione di cinematografia.
  • Il gioco dei cellulari doveva durare solo una scena ma poi si è deciso di basarci tutto il film.
  • E’ difficile dare un genere preciso al film, si passa dalla commedia al dramma, dalla risata al romanticismo.
  • I ruoli sono stati scritti pensando agli attori.
  • Il film ha un’impostazione teatrale dovuta al fatto di essere girata all’interno di un unico ambiente.
  • Fino alla fine sembra avere una conclusione negativa il film per permettere allo spettatore di immedesimarsi di più.
  • Il film è stato generatore di nuove citazioni.

 

-Rocco: Però una cosa importante l’ho imparata.” – Eva: Cosa ?” -Rocco: “Saper disinnescare.” -Eva “Cioè ?” -Rocco: “Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti.

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