Recensione The Farewell – Una Bugia Buona

Recensione The Farewell – Una Bugia Buona

Trama

Billi è una ragazza americana di quasi trent’anni. Vive a New York e vuole diventare una scrittrice. I suoi tratti orientali rivelano la sua provenienza: i genitori si sono trasferiti negli Stati Uniti dalla Cina quando lei aveva solo sei anni. Il retaggio culturale della sua terra natìa è ormai piuttosto annebbiato, fatta eccezione per le frequenti conversazioni telefoniche che intrattiene con l’amata nonna paterna Nai Nai nonostante le 12 ore di fuso orario che le separano. La notizia che la nonna ha una malattia terminale è quindi devastante, resa ancora peggiore dal fatto che tutta la famiglia, inclusi i suoi genitori, è convinta che sia meglio per l’anziana matriarca non essere messa al corrente del suo stato di salute. Billi è decisamente contraria a questa “bugia a fin di bene”, ciononostante decide di tornare in Cina per prendere parte al matrimonio del cugino, una sorta di maldestro tentativo per coprire la menzogna e consentire ai membri della famiglia di riunirsi intorno a Nai Nai senza destare sospetti. Il ritorno nella sua città di origine, ormai decisamente cambiata dal progresso tecnologico, sarà l’occasione per la ragazza di acquisire una diversa prospettiva sulla sua vita.

the farewell

Integrazione tra passato e presente

Scritto e diretto da Lulu Wang, regista produttrice e scrittrice cinese naturalizzata statunitense, “The Farewell – Una bugia buona” è una commedia agrodolce che opera a più livelli: tratta innanzitutto di rapporti familiari, di tradizioni e contrasti generazionali, ma il fulcro di tutto è la visione dell’integrazione e ciò che ci rende appartenenti a una cultura piuttosto che a un’altra. Il paradosso che spesso vivono gli immigrati è il fatto di non sentirsi a casa né nel Paese che lasciano né in quello in cui decidono di trasferirsi; tale frattura è raccontata molto bene durante un dialogo che avviene intorno al tavolo della cena tra i parenti di Billi: da una parte lo zio che si è trasferito in Giappone molti anni prima ma continua a sentirsi “cinese a prescindere da tutto”, dall’altra la madre della ragazza che, abbandonata la Cina per il sogno americano, non ha più nulla che la leghi alla sua terra di origine e addirittura la critica fortemente.

Questa doppia visione è ciò che mette in crisi Billi, dilaniata dal senso di colpa per non poter dire alla nonna come stanno realmente le cose e, contemporaneamente, incastrata in un corto circuito tra passato e presente, in un paesaggio che cerca disperatamente di ricordare e di fare suo ma che trova irrimediabilmente cambiato.

Una storia autobiografica

La regista ha attinto dalla sua storia personale per scrivere questa delicata e commovente sceneggiatura che mette al centro la famiglia e i suoi tumulti, senza risparmiare le contraddizioni insite nelle tradizioni popolari: non è infatti inusuale che nella cultura cinese si tenga all’oscuro una persona anziana delle sue precarie condizioni di salute, al fine di non turbarla e consentirle di vivere in serenità gli ultimi momenti della sua vita, circondata dalle persone amate.

Volente o nolente, Billi dovrà conformarsi a questa messinscena una volta che avrà compreso il significato più profondo di tale scelta. Con ironia e sagacia il film scorre piacevolmente per un’ora e mezza portando lo spettatore a entrare in contatto, in punta di piedi, con gli usi e i costumi di una società troppo spesso bersaglio di pregiudizi e cliché, e ci invita inoltre a rivalutare il modo in cui elaboriamo il lutto nella nostra quotidianità occidentale, dove il rapporto con la morte è visto come un tabù.

Tra le dramedy più intelligenti e fresche viste ultimamente, “The Farewell – Una bugia buona” è trainato dalla brillante performance dell’attrice di origini coreane e cinesi Awkwafina (vista in “Ocean’s 8” e in “Crazy Rich Asians”), vincitrice di un Golden Globe come Migliore Attrice Protagonista in una commedia, e da quella di Zhao Shu-zhen, attrice famosa in patria, nei panni della nonna Nai Nai, semplicemente formidabile.

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