Recensione Toy Story 4: Un Ciclo che si Chiude

Recensione Toy Story 4: Un Ciclo che si Chiude

LA FINE DI UN’AVVENTURA

Dopo varie notizie di un quarto capitolo che avrebbe concluso la famosissima serie cinematografica di Toy Story iniziata nel lontano 1995, dopo 9 anni dalla pubblicazione del terzo capitolo, il 21 giugno 2019 è stato finalmente distribuito nelle sale americane l’ultimo capitolo mentre in quelle italiane il 26 giugno 2019.
Con un Andy ormai diventato grande, i giocattoli passano in possesso di una bambina di nome Bonnie che a seguito di un progetto scolastico rende una forchetta di plastica un vero e proprio giocattolo di nome “Forky”. Ma a questo nuovo arrivo vi è una sottospecie di addio o meglio dei personaggi che nei precedenti capitoli erano dei veri e propri protagonisti, in questo sono diventati dei personaggi secondari, stiamo parlando dell’astronauta Buzz Lightyear e della cowgirl Jessie.

Due personaggi storici per la saga, il primo l’abbiamo conosciuto nel primo capitolo dove inizialmente era sempre in contrasto con Woody poiché quest’ultimo nutriva gelosia nei confronti dell’astronauta per poi diventare grandi amici, la seconda appare per la prima volta nel secondo capitolo come una sorta di Woody al femminile, viene fin da subito corteggiata da Buzz che si dimostra follemente innamorato di lei. Oltre all’arrivo di Forky un altro personaggio viene reso protagonista ovvero Bo Peep, la bambola pastorella che avevamo notato nei primi due capitoli, in questo appare notevolmente cambiata, il suo look passa da un vestito a palloncino tipico delle bambole ad un paio jeans e un’maglietta il tutto coperto da un grande mantello.

Toy Story 4: la Trama

Il film inizia con un flashback che ci riporta alla fine del secondo capitolo dove i giocattoli vanno in missione per salvare RC rimasto fuori casa di Andy, qui avviene la separazione tra Woody e la sua amata Bo Peep, i due si separano poiché quest’ultima non si definisce “giocattolo per Andy” e quindi viene venduta ad un uomo, la bambola cerca in tutti i modi di convincere Woody a seguirla ma lo sceriffo preferisce rimanere col suo bambino. Con un Andy pronto per il college i giocattoli vengono regalati a Bonnie, una bambina che frequenta l’asilo, proprio un giorno d’asilo Bonnie “crea” Forky. Durante un viaggio in camper Forky si butta giù dal veicolo e Woody scende per salvarlo, durante il tragitto si imbattono in un negozio di antiquariato e Woody riincontra finalmente la sua amata ma anche un nuovo nemico Gabby Gabby una bambola che non è mai stata acquistata da nessuno per via del suo ripetitore. In questo negozio Woody farà amicizia con tantissimi giocattoli in cerca di bambini e affronterà tantissime avventure.

Toy Story 4: la Recensione

Come detto in precedenza questo è l’ultimo capitolo della saga sui giocattoli più amata della Pixar, molto diverso dagli altri tre precedenti, può essere identificato meglio come uno spin-off su Woody e Bo Peep che come un continuo sulle avventure dei giocattoli poiché il film è incentrato perlopiù sullo sceriffo e la bambola che sugli altri personaggi, nemmeno il nuovo arrivato Forky riesce ad essere sviluppato completamente. Come ogni Toy Story che si rispetti è un ottimo mix di divertimento e emotività, ovviamente non è allo stesso livello emotivo del Toy Story 3 dove lì si chiudeva la trilogia ma, anche in questo per gli argomenti trattati come l’argomento forte della morte oppure del senso della vita lasciano commuovere.
A differenza degli altri, in questo il ruolo della donna ha avuto un’importanza di un relativo spessore, “sfruttando” il personaggio di Bo Peep vengono descritte le donne come delle eroine e caratterialmente molto più forti di alcuni uomini. Vengono accantonati moltissimi vecchi personaggi per fare spazio a dei nuovi che però non vengono utilizzati tanto da poterli conoscere.
Non sono mancate le polemiche su un breve momento del film in cui due mamme accompagnano un figlio a scuola, moltissime mamme si sono ribellate creando addirittura una petizione contro la Pixar/Disney.

Si conclude così una delle saghe più belle di tutti i tempi che insieme ad altri film Pixar ha accompagnato per generazioni.

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