La politica come una grande festa. Meglio. Come un matrimonio. I politici sistemati ai tavoli secondo logiche preventive. Ecco come si presentano i penultimi episodi della serie tv 1994 che ogni volta sorprende sempre di più sia nella preparazione sia nel modo di raccontare anni particolari della politica italiana.
Vi siete persi la recensione della puntata 3 e 4? Leggete qui! Recensione Puntata 3 e 4
1994: Episodio 5
Nell’episodio 5 notiamo subito qualcosa di diverso. Un titolo di un capitolo che si presta ad essere raccontato quasi come in un film hollywoodiano di Tarantino. Il protagonista di questo episodio racconta come una radiocronaca gli attimi e le sensazioni dei personaggi presenti.
L’episodio 5 dunque è un vero e proprio film di 45 minuti. La scena non è uno dei set di Hollywood ma è il mare della Costa Smeralda, in Sardegna, dove il 25 agosto va in scena l’incontro tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, quello con il senatore in canottiera bianca che fino ad ora era rimasto in panchina e dietro le quinte, quello che sarà decisivo per la sopravvivenza del primo governo Berlusconi.
Costa Smeralda, 25 agosto 1994. Umberto Bossi, il famoso Bossi in canottiera bianca, arriva a Villa Certosa per incontrare Silvio Berlusconi (Paolo Pierobon) che con questo incontro prova a tenere in vita il suo governo. Accanto a loro ci sono Leo Notte (Stefano Accorsi), braccio destro di Berlusconi, e Pietro Bosco (Guido Caprino), sottosegretario agli interni leghista, che si presenta come il cane da guardia dei valori della Lega. Ma in Sardegna arriva anche Veronica Castello (Miriam Leone):il jolly, l’asso nella manica di Leonardo Notte che fa saltare il banco. La sua bellezza e il modo di interpretarla fa ghiacciare. Silvio Berlusconi ci mette un po’ a prendersi la scena ma quando lo fa si percepisce come abbia in pugno sia gli altri personaggi sia lo spettatore. Uno stratega e uno showman. E Bossi? Cade lentamente nella rete strategica e persuasiva del Cavaliere che però non può far a meno della sua parte oscura. In effetti Leonardo Notte, personaggio inventato, sembra essere il lato oscuro di una stessa persona ovvero quella di Silvio Berlusconi. La parte che lavora nel buio per lavare i panni sporchi.
Questo quinto episodio permette di spostare 1994 verso territori più ambiziosi, quelli della migliore serialità e della migliore letteratura americana. Leonardo Notte richiama il machiavellico e senza scrupoli Frank Underwood di House of Cards. Come lui, Notte si muove sempre al confine tra legalità e illegalità. Non si può fare a meno di lui così come di Berlusconi e forse la stessa considerazione che faceva la politica più di un ventennio fa. Vedremo soprattutto in questo episodio come la politica e in particolare la vittoria valesse più di ogni altra cosa. Tenete a mente la battuta di un film di Salemme: “il morto deve morire domani”.
1994: Episodio 6
Si cambia registro, colori, musiche e scene. Lo sfondo e la scena del sesto episodio è Napoli.
19 novembre 1994: Silvio Berlusconi è a Napoli dove sta per avvenire una conferenza delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata, mentre a Milano Antonio Di Pietro e il pool Mani Pulite continuano con ossessione e senza sosta le indagini per incriminare Berlusconi per la tangente Mondadori. Quello che segue è storia, senza bisogno di spoiler: proprio a Napoli, quando l’Italia ha addosso gli occhi di tutto il mondo, a Silvio Berlusconi viene consegnato un invito a comparire.
Berlusconi sale su questo ring per difendersi e attaccare la magistratura. Un racconto drammatizzato ed enfatizzato. Assistiamo ancora una volta ai meccanismi e strategie oscure della politica con protagonista sempre Leonardo Notte che si trova a suo malgrado nelle stradine di Napoli ma non come un turista.
Nell’episodio 6 vedremo un Berlusconi simile a quello di Sorrentino in Loro. Una specie di due facce, altro personaggio hollywoodiano: sorridente ma allo stesso tempo oscuro e magnetico.
Viene poi nuovamente a galla la tenerezza e l’umanità tra Veronica Castello (Miriam Leone) e Pietro Bosco (Guido Caprino) e la loro inadeguatezza a quel mondo. Nonostante ciò alla fine nessuno cambia ma sarà divorato dalla propria oscurità proprio come i personaggi della tragedia greca.
C’è da elogiare inoltre la precisione della regia che alterna ampie riprese tra i vicoli di Napoli e teneri sguardi con statuari nudi, che si intersecano con lo stato d’animo dei protagonisti, conferendogli maggior risalto.
Siamo quasi alla fine
1994 si dimostra superiore alle precedenti, accessoriata di maggiore appeal e libera dai piccoli difetti delle precedenti. Una stagione come un viaggio nel tempo che racconta la politica e la storia lasciando a noi il giudizio dinanzi a fatti realmente accaduti. 1994 lascia la sua arroganza delle precedenti stagioni concentrandosi sui particolari senza strafare e appesantire troppo lo spettatore. Mettiamoci comodi allora…e prepariamoci al grande finale!