Il Divin Codino: un docufilm più che un film

Il Divin Codino: un docufilm più che un film

Il Divin Codino è un film del 2021 diretto da Letizia Lamartire. Si tratta di un film sportivo biografico che racconta 22 anni di carriera e vita del calciatore Roberto Baggio.

Il film è stato distribuito sulla piattaforma Netflix dal 26 maggio 2021. Molto probabilmente avrà meno successo rispetto alle attese che si sono create nei giorni precedenti al 26 maggio. In particolare, interviste, speciali in streaming e in seconda serata hanno riportato all’attenzione di tutti il campione che è stato Roberto Baggio. Tutto ha funzionato per sussurrare ancora una volta il nome e il cognome di un uomo e di uno sportivo che ha fatto sognare generazioni. Troppe volte forse è rimasto solo un sogno interrotto sul più bello.

Trama Divin Codino

Il Divin Codino celebra l’uomo oltre genio calcistico di Roberto Baggio. Partendo dagli esordi nelle fila del Vicenza e passando dal controverso calcio di rigore della Finale di Coppa del Mondo 1994 tra Italia-Brasile, il film ripercorre la vita di Baggio, dal suo difficile debutto come professionista fino all’addio ai campi. Una carriera lunga 22 anni che, attraverso gli infortuni, il rapporto di amore-odio con i suoi tifosi, le incomprensioni con alcuni dei suoi allenatori e il rapporto con la sua famiglia, racconta i grandi successi sul campo di un calciatore unico ed incredibilmente fuori da ogni logica.

Cast Divin Codino

Il cast è ben assortito. Nessuno è presuntuoso con il suo personaggio.

Andrea Arcangeli nei panni del divin codino funziona perché non lo imita. Lo interpreta, e anche bene. Arcangeli è stato già apprezzato per la recente partecipazione alla serie tv “Romulus”.

Recensione Romulus

Nel cast troviamo anche Valentina Bellè nei panni della compagna di vita Andreina, Antonio Zavatteri nel ruolo del commissario tecnico Arrigo Sacchi. Thomas Trabacchi è Petrone, amico e agente. Andrea Pennacchi nei panni del padre di Baggio ha raccontato molto bene la sua figura distaccata, autoritaria ma allo stesso tempo con sprazzi di sensibilità. A interpretare il personaggio di Carlo Mazzone, tecnico di Baggio al Brescia, è stato il noto attore comico Marfufello, all’anagrafe Maurizio Maturani. Simpatica la sua breve interpretazione.

L’uomo e il calciatore

Qualcuno dirà che non è un film. È un genere che si avvicina al documentario. La sostanza è che si sforza di raccontare attraverso attori alcuni momenti della vita dell’uomo Roby e del calciatore Baggio. Baggio, l’uomo e il calciatore, ben interpretato dall’attore Arcangeli nel suo dualismo. Nella lentezza del racconto, l’attore fuori e dentro il campo riesce a calarsi nei panni di Roberto e nelle divise del Baggio calciatore con umiltà ma anche con venerazione. Una lotta interna ed esterna di uomo che è sceso a compromessi con la vita scegliendo anche la strada della fede buddista per sopportare e convivere con le cadute e le sofferenze che il calcio quasi come un campo di battaglia gli ha riservato togliendo ulteriori ed importanti gioie ed opportunità.

Tecnica

Tanti primi piano per raccontare ancora più da vicino le sofferenze e le cadute di uno dei calciatori più martoriati. Quelle inquadrature così da vicino per quasi comunicare permettere allo spettatore di comunicare con il film. Una tecnica per enfatizzare gli attimi di sofferenza in particolare ed empatizzare con lo spettatore. Era impensabile raccontare la vita di Baggio in due ore ma per un film non si poteva fare altro. La scelta della cronistoria si può criticare ma si può anche accettare. Non è un capolavoro ma per gli amanti di Roberto Baggio non importa, per quelli sfortunati ignari della storia di Baggio rimane un’opportunità curiosa per poi magari approfondire post film. La regista ha regalato un buon assist per poter andare oltre il suo film.

Alla fine cosa resterà?

Sicuramente il ricordo e il genio di Roberto Baggio rimarranno ancora di più. Il film è solo un pretesto. Una bella idea che poteva arricchirsi e svilupparsi come una serie Tv. È stato un normale biopic in generale ma con spunti narrativi interessanti.

Emozionante anche la colonna sonora “L’uomo dietro al campione” scritta ed interpretata da Diodato che riassume alla grande la storia di Baggio. Alla fine, forse un grande dilemma: l’uomo dietro il campione o il campione dietro l’uomo?

Piccole curiosità

  • Il trofeo del pallone d’oro che si vede nel film è l’originale portato dallo stesso Baggio sul set, sorprendendo un po’ tutti.
  • Per alcune giocate sono state usate le controfigure. Andrea Arcangeli si è preparato nonostante le controfigure. Mesi di allenamento per entrare ancora di più e meglio nella parte.
  • Roberto Baggio dopo l’addio al calcio giocato non è più rientrato. Vive ad Altavilla Vicentina, insieme alla moglie e ai tre figli. Cura la tenuta di famiglia, si occupa dei campi. Del bestiame. Sempre alla guida di una Fiat Panda 4×4 del 1983, uscita mentre lui esordiva nel Vicenza.

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About The Author

Diploma classico e giurista in erba alla Federico II di Napoli. Appassionato e cultore di cinema, sognatore a occhi aperti, inguaribile romantico. La passione per il cinema molto probabilmente deriva dalle tragedie greche. Studioso del bel calcio dopo aver visto il doppio passo del fenomeno Ronaldo ai tempi dell'Inter e le esultanze dell'areoplanino/scugnizzo Montella. Mi servo della scrittura per arrivare al cuore della persone. Preferisco καιρός al kρόνος!

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