Recensione Alice e Peter: una visione alternativa dei classici Disney

Recensione Alice e Peter: una visione alternativa dei classici Disney

Rilasciato negli ultimi giorni di Aprile su Prime Video, Alice e Peter (titolo originale: Come Away) non ha fatto grande scalpore tra la critica e il pubblico nonostante nel cast principale vi sia una grande attrice come Angelina Jolie.

La trama cerca di porre spunti originali senza però intrattenere mai completamente. Vediamo dunque cosa non ha funzionato nel nuovo fantasy diretto da Brenda Chapman (vincitrice di un premio Oscar per Ribelle – The Brave)

Trama Alice e Peter

Il film che ha esordito su Amazon il 22 Aprile, ha una trama molto basilare ma alquanto avvolgente, soprattutto per la visione di un nuovo mondo rispetto a quello a cui ci aveva abituato la Disney.

Alice, Peter e David sono tre fratelli che usano la loro immaginazione per viaggiare con la fantasia ed allontanarsi dalla tragica realtà della famiglia in cui vivono. Dopo aver perso il fratello maggiore (David) in un incidente, i genitori dei ragazzi si lasciano sopraffare dalla disperazione e così toccherà ai due sopravvissuti, salvare la famiglia e il proprio futuro. I due bambini sono soliti fuggire dalla realtà per salvarsi e proprio durante uno dei loro viaggi mentali, si ritrovano rispettivamente nel Paese delle Meraviglie e sull’Isola che non c’è, due luoghi comuni a tutti noi appassionati di fantasy ma soprattutto dei cari vecchi cartoni della Disney.

Cast Alice e Peter

Come già detto in precedenza, troviamo Angelina Jolie nel ruolo della madre dei tre ragazzini, sposata con Jack Littleton (interpretato da David Oyelowo). I bambini sono rispettivamente Jordan Nash, Keira Chansa e Reece Yates.

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Non mancano i personaggi iconici che caratterizzano le storie che già conosciamo e così nel corso del film ritroviamo Capitan Uncino (David Gyasie) accompagnato dal suo fedele braccio destro Spugna (Ned Dennehy), il Cappellaio Matto (Clarke Peters), ma anche la regina di cuori nei panni della zia cattiva interpretata da Anna Chancellor.

Recensione

Il progetto firmato da Chapman venne lanciato nell’ormai lontano 2016, ma a causa di diversi ritardi è stato possibile vederlo soltanto quest’anno. La regista si trova a realizzare un live-action per la prima volta e le premesse e la storia di fondo sembravano essere tutti ottimi presupposti per un prodotto vincente, ma purtroppo a causa di diverse scelte tecniche (legate soprattutto alla sceneggiatura), così non è stato. Il desiderio di voler realizzare una pellicola con una storia alternativa rispetto a quelle già viste, non ha avuto ottimi riscontri.

Fin dalle prime battute, non è facile legare con i vari personaggi ed affezionarsi alle loro avventure. Nonostante abbia avuto a disposizione circa quattro anni per la realizzazione, la regista non riesce a porre basi solide alla sua storia e si ritrova così a dover lasciare piccoli indizi tra una scena e l’altra pur di rimandare alle classiche storie dei due protagonisti, senza approfondire nessun personaggio secondario e incentrandosi totalmente sulla famiglia, o meglio, sui due bambini.

La voce narrante di Gugu Mbatha-Raw, interprete dell’Alice adulta intenta a raccontare il suo fiabesco passato ai figli, ci accompagna per tutta la visione, immergendoci nei pensieri di una co-protagonista alla continua ricerca di un’identità. La giovane donna ci viene mostrata solo nelle prime battute del film per poi perdersi, lasciandoci in dono solo la sua voce soave che ci delizia nel racconto della sua infanzia.

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Il film si regge totalmente sulle spalle di Angelina Jolie, a causa anche della poca esperienza da parte del cast restante. Grazie ad una sceneggiatura non adatta del tutto al tema, molti dei suoi dialoghi e delle sue scelte sembrano solamente abbozzate e lascia trasparire una totale mancanza di profondità del suo personaggio, perdendo di vista il suo ruolo di madre ma soprattutto di educatrice. L’attrice riesce ad avere momenti positivi in cui le si illuminano gli occhi, solo quando si ritrova a raccontare storie di un mondo fantastico per i suoi tre bambini. D’altro canto i piccoli risultano essere quelli con la maggior credibilità, frutto anche di un mondo che permette loro di viaggiare con la mente e attraversare luoghi inesplorati, seppur non abbiano alcuna esperienza..

L’occhio dello spettatore ha modo di rifarsi soltanto grazie ai costumi curati nel dettaglio e alle ambientazioni del mondo fantasy che sembrano qualcosa di così accattivante da permettere di immedesimarsi nei protagonisti e nelle loro gesta, nonostante una fotografia che non spicchi mai del tutto e risulti già vista e macchinosa.

Nel corso della visione, si percepisce una continua tendenza al dramma piuttosto che alla spensieratezza che dovrebbero mostrare due personaggi legati al mondo dei bambini. Si rifà in diversi momenti al movimento americano Black Lives Matter dell’ultimo periodo, senza però rendere omaggio degnamente all’ispirazione che vi è alla base.

Conclusione

Un film che ha tentato di portare in scena qualcosa di nuovo nonostante i personaggi classici siano impressi nella mente di ogni bambino ormai divenuto adulto, senza riuscirci pienamente.

Tra una sceneggiatura piuttosto scadente, una fotografia non curata e un cast alle prime armi, l’unica nota positiva risulta essere l’interpretazioni dei tre bambini e un Angelina Jolie che seppur sottotono, cerca di risollevare il prodotto come meglio riesce. Si poteva sicuramente osare un po’ di più, soprattutto viste le premesse messe in gioco.

Un prodotto che avrebbe senza dubbio potuto affascinare sia adulti che bambini, riportando ognuno di noi nei mondi fatati e gioiosi dell’infanzia, ma che ha preferito rivolgersi ad un pubblico più infantile che non si pone domande e non presta attenzione ai dettagli. Forse è il caso di dire che i grandi classici sono tali per un motivo ed è meglio non provare a stravolgerli, neanche se chi tenta di farlo ha vinto un Oscar proprio per un film d’animazione.

 

Trailer Alice e Peter

 

About The Author

Diplomato al Liceo Scientifico, tra una pagina e l'altra di un libro di matematica, un episodio calza a pennello. Più che per il cinema, ho la passione per il piccolo schermo. Sono l'amico a cui viene sempre fatta la domanda "Ma che serie tv mi consigli?" Se non avete idea di cosa guardare, faccio al caso vostro. Siete invitati nel sottosopra che si trova nella mia testa.

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