Recensione Anna: la serie tv di Niccolò Ammaniti targata Sky

Recensione Anna: la serie tv di Niccolò Ammaniti targata Sky

Nei primi giorni di Maggio, Sky ci ha deliziato rilasciando la serie tv “Anna” di Niccolò Ammaniti, tratta dal suo omonimo libro. Un prodotto italiano che è passato in sordina senza permettere al grande pubblico di farsi conoscere e soprattutto apprezzare.

A noi non ha deluso e siamo qui per parlarvene. Andiamo dunque a vedere di cosa parla Anna e quali sono i punti forti della nuova serie Sky Original.

Trama Anna

Sky ci porta in Sicilia. Dopo quattro anni dalla diffusione del virus denominato La Rossa, gli adulti sono scomparsi e i bambini sono gli unici a resistere. Vivono in gruppi, come un branco, o da soli, come Anna e il suo fratellino Astor, che sono rifugiati nel Podere del Gelso. Si scopre fin dal primo episodio che i bambini risultano immuni al virus fin quando non arriva il periodo adolescenziale.

Anna parte tutti i giorni a “caccia” in cerca di cibo; nonostante la giovane età, sa muoversi nel mondo nuovo, spinta dalla protezione che cerca di dare ad Astor, ancora indifeso e con tante cose da imparare. Per questo, gli vieta di uscire raccontando storie di mostri che si trovano al di fuori della loro abitazione.

Ma quando un giorno torna a casa e il fratellino non c’è più, Anna si mette sulle sue tracce. Le toccherà attraversare una Sicilia selvaggia per raggiungere i Blu, una comunità di bambini comandata da Angelica, perfida e piccola regina che tiene con sé La Picciridduna, l’ultimo adulto, stranamente ancora vivo, che, dicono, possa guarire da La Rossa. Durante il suo viaggio, Anna individua un’altra rotta verso la salvezza: lo stretto di Messina, nella speranza che forse, al di fuori della Sicilia, l”umanità sopravvissuta abbia una cura per la malattia.

Cast

Il cast com’è facilmente intuibile dalla trama, è composto quasi totalmente da giovani attori alle prime armi. Nonostante una storia difficile da mettere in scena e l’inesperienza dei protagonisti, nessuno sfigura o abbassa il livello della serie e nel complesso riescono a gestire bene la scena e rendere partecipe lo spettatore.

La protagonista Anna è interpretata da Giulia Dragotto, mentre il piccolo Astor è Alessandro Pecorella. I due, nei flashback che ricorda Anna vengono mostrati ancora bambini e qui ritroviamo nei loro panni Viviana Mocciaro e Nicola Mangano.

La Picciridduna, che prima di diventare tale era conosciuta con il nome di Katia, è interpretata da Roberta Mattei, mentre Angelica, regina dei Blu e sua “padrona” è Clara Tramontano. Infine troviamo Giovanni Mavilla nel ruolo di Pietro, un ragazzo che spesso si ritroverà ad aiutare Anna nel momento del bisogno.

Recensione

Anna è un piccolo gioiellino di Sky e merita di essere vista perché racconta una storia incredibilmente densa di emozioni, che alterna in modo perfetto tensione e colpi di scena, riservando momenti di crudeltà che nessuno si aspetterebbe mai da un bambino. Fin dalle prime battute ci si immedesima prima nel personaggio di Anna e successivamente nei bambini che ci vengono mostrati. A primo impatto molte delle azioni crude fatte da questi piccoli e infantili bambini ci faranno storcere il naso e rabbrividire, ma basterà entrare solo per un secondo nei loro panni, rendersi conto delle privazioni che hanno avuto dalla vita per empatizzare con loro e stringere un legame che giustificherà anche la più violenta delle azioni.

Anche la mamma dei due protagonisti volte un ruolo fondamentale. In punto di morte che scrive il quaderno delle cose importanti, con diverse indicazioni che permetteranno ai suoi piccoli di sopravvivere nel mondo apocalittico che si prospetta all’orizzonte.

Quello che rende questa show così attuale e disturbante, sono le continue somiglianze con la pandemia e il lockdown vissuto da noi negli ultimi due anni e sorprende il fatto che una serie del genere sia stata pensata ben sei mesi prima che questa pandemia colpisse il mondo. Si  fa il tifo per i protagonisti perché rappresentano un po’ tutte le nostre fobie iniziali verso un virus sconosciuto e si odiano gli antagonisti anche se sono solo dei ragazzini, come spesso ci siamo ritrovati a guardare con indignazione le persone che facevano grandi scorte al supermercato “rubando” il necessario agli altri.

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Nonostante la storia si articoli in sole sei puntate, è un prodotto molto godibile, in particolar modo per chi ha letto il libro e ha conoscenze di base più approfondite rispetto a chi si avvicina alla vicenda per la prima volta. Ma resta comunque una serie adatta a chiunque, con temi forti e che non si pone mai dei limiti. Molto spesso sembra stia arrivando ad un punto di non ritorno ed invece puntualmente torna a cavalcare la cresta dell’onda con scelte tecniche ben amalgamate all’interpretazione dei vari personaggi che ci vengono presentati.

La miniserie di Ammaniti non si concentra solo sul personaggio di Anna, ma cerca di approfondire tutti i vari personaggi mostrati nel corso delle puntate, per permettere allo spettatore di discostarsi dal senso di odio e rabbia nei loro confronti, lasciando spazio ad un velo di amarezza e inquietudine nel vederli ridotti in quelle condizioni.

Conclusioni

Un prodotto sicuramente promosso, che pone lo spettatore davanti ad un bivio: lasciarsi travolgere dal male mostrato o decidere di reagire per cercare una soluzione ai problemi.

Ammaniti risulta essere ancora una volta un rivoluzionario e visionario portando in scena una serie diversa dall’ordinario, con tematiche non comuni e banali, ma con la consapevolezza di aver realizzato qualcosa che possa toccare nel profondo coloro che avranno gli occhi attenti e si faranno trasportare in un mondo avvolto dalla morte.

SPOILER: Il neonato mostrano nella scena conclusiva rappresenta la speranza, non solo dei due protagonisti, ma di tutta l’Italia. Non è dato sapere se gli adulti presenti sulla nave fossero davvero vivi o si trattasse di una semplice visione dei ragazzi; eppure il finale apre le porte alla luce e alla speranza verso un nuovo inizio.

 

About The Author

Diplomato al Liceo Scientifico, tra una pagina e l'altra di un libro di matematica, un episodio calza a pennello. Più che per il cinema, ho la passione per il piccolo schermo. Sono l'amico a cui viene sempre fatta la domanda "Ma che serie tv mi consigli?" Se non avete idea di cosa guardare, faccio al caso vostro. Siete invitati nel sottosopra che si trova nella mia testa.

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