Recensione di Only Murders in the Building

Recensione di Only Murders in the Building

Avete presente quei romanzi gialli che solitamente leggiamo durante un noioso viaggio in treno o sotto l’ombrellone? Quei gialli in cui non c’è il classico inseguimento o la prima sparatoria di turno? Quelli che gli anglofoni definiscono “whodunit”, i classici gialli alla Agatha Christie in parole povere.

Se siete appassionati di questo genere, noi di Movie Blog, vi consigliamo di aprire Disney+ e iniziare la visione di “Only Murders in The Building”, arrivato alla sua seconda stagione con un episodio ogni martedì fino ad agosto 2022.

Non siete convinti? Allora alziamo la posta gridando a gran voce che al timone abbiamo il genio comico di Steve Martin affiancato dall’immancabile Martin Short, pionieri delle commedie per famiglie, e la favolosa presenza femminile di Selena Gomez. Suvvia, non cliccare su “riproduci” è praticamente impossibile!

Only Murder In The Building: Trama

Trama Only Murders in the building

Oliver (Martin Short), Charles-Haden Savage (Steve Martin) e Mabel Mora (Selena Gomez), vivono in un lussuoso condominio dell’Upper West Side, “l’Arconia”, il tipico condominio pullulante di coinquilini con la puzza sotto il naso. Quando il giovane Tim Kono (Julian Cihi), viene ritrovato morto nella sua stanza, però, la tranquilla (all’apparenza) armonia che anima il palazzo si spezza, sopraffatta dal terrore, dall’inganno e dal sospetto. Il caso viene frettolosamente archiviato come suicidio, ma il nostro tris di attori di serie A, appassionati di podcast true crime non si fanno abbindolare dall’FBI. Così iniziano ad investigare sulla morte di Tim Kono, documentando il tutto nel loro podcast “Only Murders in the Building”.

Così inizia il giallo comico, con tratti di noir, in cui nulla è come sembra, in cui un gatto e una felpa psichedelica saranno protagonisti di molte scene esilaranti.

Only Murders in the Building: giallo ma non troppo

Only Murders in the Building ha un unico scopo, quello di far divertire lo spettatore giocando al detective, facendolo immergere in un intreccio gestito brillantemente e mai scontato, vista l’impostazione della serie, riuscendo completamente nel suo intento. Se solo pensiamo a come gli inquilini del condominio, uno più squilibrato dell’altro, vengono descritti e approfonditi man mano che la serie va avanti, tanto che lo spettatore non può fare a meno di guardare l’episodio successivo, va da sé come l’obiettivo prefissato sia raggiunto facilmente.

Un grande pregio di questo piccolo gioiello è la chiarezza. Sin dall’inizio se ne capisce l’intento, quello parodico. Una destrutturazione del giallo in ogni suo archetipo costruita con intelligenza, grazie anche alla bravura del cast d’eccezione. Un prodotto che non si smentisce mai continuando con una seconda stagione ancora meglio della precedente (cosa assolutamente non scontata) che mantiene sempre la linea originale, forse un po’ caotica all’inizio, ma che poi trova la propria direzione, grazie anche alla presenza di Cara Delevingne. Un’unica pecca in questo caso quando la storyline di Alice (Cara Delevingne) si intreccia con quella di Selena portando lo stereotipo sull’orlo della forzatura.

Si sentono chiaramente le influenze di film come “Knives-Out – Cena con Delitto” di Ryan Johnson, in quanto non manca nessuno degli elementi fondamentali per la riuscita di un prodotto del genere. Abbiamo, infatti, il sospettato principale troppo ovvio per essere l’assassino, una serie di false piste una più strampalata dell’altra che portano costantemente ad un vicolo cieco e ad una risata, un litigio che separa il team, la chiusura troppo frettolosa del caso e il cliffhanger finale. Nonostante questo, nonostante le influenze e la prevedibilità, “Only Murders in the Building” non annoia affatto, grazie ad un ritmo incalzante scandito dalle registrazioni di Oliver (Martin Short) per il proprio podcast. Egli da vero regista di Broadway registra ogni evento o parola riguardante il caso, per non perdere nessun tassello che potrebbe rivelarsi importante per la risoluzione, regalando gag esilaranti ogni volta. È anche grazie a lui che l’intreccio riesce a brillare con una messa in scena volutamente metacinematografica in diversi aspetti, come l’allestimento di uno spettacolo teatrale per individuare il sospettato o le stesse correzioni di Oliver dirette più che altro al copione della serie.

Only Murders in the Building, in definitiva, è una piacevole sorpresa che dal 2021 ci fa compagnia. L’unico problema è che è una di quelle serie che possiamo vedere in un solo giorno, con 10 episodi di circa trenta minuti l’uno: arriva e ci lascia subito con il fiato sospeso in attesa della stagione successiva.

La seconda stagione sta per concludersi e la terza è già stata confermata. Riuscirà quest’ultima a sorprenderci come le precedenti? Intanto se non l’avete ancora vista, correte a recuperarla su Disney+

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