Recensione Stranger Things 4 vol.2:  l’inizio della fine

Recensione Stranger Things 4 vol.2:  l’inizio della fine

Milioni di For You Page piene di “video-edit”, meme di tutti i tipi e ragazzi in lacrime, sulle note dell’iconica “Running up that hill” di Kate Bush, assalgono i nostri social per il finale della quarta stagione di Stranger Things.

Il penultimo capitolo si è concluso, con due lunghissimi episodi in funzione di immensa introduzione alla quinta ed ultima stagione e proprio oggi ne parleremo insieme in maniera molto più dettagliata.

Stranger Things 4 vol.2: Trama

Trama Stranger Things 4

Tutto riprende esattamente da dove era stato lasciato, con la sola differenza che i nostri coraggiosi amici mettono a punto un piano per tornare nel sottosopra e sconfiggere definitivamente Vecna. Un piano che implica la messa sotto i riflettori di Max e l’esposizione di tutti al pericolo, con il rischio di non tornare vivi dal sottosopra. Dall’altra parte abbiamo il resto del gruppo alla ricerca di Undici per tornare a Hawkins e Joyce, Hopper e Murray in Russia insieme a Enzo in tentata fuga verso l’America.

Stranger Things 4: Qualche Curiosità

  1. Shawn Levy, regista della serie, ha dichiarato che la scena della sparatoria nel quarto episodio è stata interamente girata in piano sequenza (senza interruzioni di montaggio), cosa alquanto difficile da realizzare per una scena del genere.
  2. Il finale del quarto episodio, che insieme al concerto metal di Eddie Munsen nel 9, costituisce una delle più belle scene degli ultimi dieci anni, ha richiesto quattro giorni di riprese.
  3. Joe Keery (Steve Harrington) non doveva prendere parte alla quarta stagione, semplicemente perché non era previsto che il suo personaggio subisse questa bellissima evoluzione e maturazione. Grazie a dio i Duffer Brothers hanno scelto diversamente, puntando su rapporto di Steve e Dustin, regalandoci un personaggio amatissimo che altrimenti, come da loro dichiarato, sarebbe morto presto. Per fortuna ci hanno ripensato!
  4. Una delle scene più emozionanti della quarta stagione è la morte di Eddie Munson. Nella scena della sua morte dice a Dustin “Ti voglio bene, amico.”, frase improvvisata dall’attore ma che ha lasciato in tutti noi una grande commozione.

Cast e Personaggi

In questa quarta stagione i nostri amici incontrano nuovi personaggi. Primo tra tutti Argyle (Eduardo Franco), fondamentale per il ritorno a casa del gruppo, eccentrico amico di Jonathan, amante dello sballo e fattorino della pizza per “Surfer Boy”. Jason Carver (Mason Dye), che si aggiudica il premio per personaggio più odiato di questa quarta stagione, il classico sportivo e bullo della scuola fidanzato con la non tanto classica cheerleader, Chrissy, la cui sorte è diventare la prima vittima di Vecna. Dopo la sua morte, Jason si mette alla ricerca di quello che pensa sia il suo assassino, Eddie Munson (Joseph Quinn), il leader dell’Hellfire club (club di D&D di cui Dustin Lucas e Mike fanno parte), ripetente della scuola che cerca invano di diplomarsi e il perfetto “metallaro”. Sarà per il suo carattere un po’ scontroso che di solito conquista, per quel sorriso pieno di tristezza, per essere il protagonista della scena più toccante della stagione, o semplicemente per i suoi capelli, fatto sta che Eddie è il personaggio che più è entrato nei cuori degli spettatori. Quando viene additato come l’assassino di Chrissy e il promotore della “setta dell’Hellfire”, tutti noi abbiamo cominciato ad apprezzarlo. Egli cerca di scappare da una città che lo etichetta come pazzo assassino, non potendo e non riuscendo a spiegare ciò che ha visto ma quando incontra Dustin e i suoi amici, che le cose strane e sovrannaturali le mangiano la mattina a colazione, capisce di essere nelle mani giuste. Da loro, infatti, viene accolto a braccia aperte per nascondersi da Jason, intento con la sua banda di bambocci a vendicare Chrissy.

Eddie si ama in poco tempo anche per la classica storyline della vittima incompresa, ad Argyle ci si affeziona perché riesce a strapparci una risata in qualsiasi momento, con quella calma molto eccentrica con cui cuoce una pizza all’ananas mentre Undi cerca di salvare il mondo; Jason lo si odia più di Vecna senza bisogno di tante spiegazioni, mentre per Brenner non c’è verso, ogni volta che lo vediamo invochiamo la sua morte. Un personaggio ben riuscito e ben interpretato da Modine che solo sul punto di non ritorno capisce cosa ha fatto veramente, come qualsiasi cattivo, la differenza sta però nel meritarsi o meno di essere capito.

Una cosa che invece ci è mancata è l’intensità del rapporto tra Steve e Dustin, quella strana coppia funzionante perfettamente grazie all’amicizia che pian piano si fa strada e a scambi di battute esilaranti. Un leggero distacco che forse ha fatto bene a Steve, permettendogli di maturare sempre più. Una serie di bisticci tipici di una coppia sposata, però, porteranno il sorriso nel loro rapporto in questo quarto capitolo. Fortunatamente il duo Nancy Robin in questa stagione ci ha convinto alla grande, formando un duo in antitesi che convince e ci diverte. 

Potenza dei Dialoghi

Una stagione contraddistinta dalla inevitabile crescita di ogni personaggio, sia psicologica che fisica, contraddistinta dall’evoluzione e dalla maturazione di ognuno di loro, seppur con molte differenze, trasformando una sceneggiatura alla “I goonies” in un vero e proprio horror alla Nigthmare ed Hellraiser. Cominciamo a conoscere più profondamente tutti i personaggi principali partendo da Max, nel suo percorso di riabilitazione psicologica dopo la morte del fratello Billy, a cui più che l’analista ha dato aiuto il monologo interiore nella soffitta di Victor Creel. Mike resta il solito criticone ma con più affetto e consapevolezza delle proprie debolezze, riconoscendo di essere lui ad aver bisogno di Undici o meglio che Undici abbia bisogno di lui, esplodendo in un discorso toccante per far prendere alla ragazza coscienza delle sue capacità. Will, che anche in questa stagione ha un copione un po’ troppo limitato, si fa protagonista di uno dei discorsi più emozionanti dell’intera serie. Quando tenta di rassicurare Mike che Undici avrà sempre bisogno di lui, fa allo stesso tempo un coming out strappalacrime senza dichiararsi apertamente, senza dire a nessuno cosa prova veramente per Mike, versando lacrime affilate che come dei pugnali entrano nel cuore di Jonathan e dello spettatore. Ultimo, ma non per importanza, il discorso di Robin per riuscire a visitare Victor Creel insieme a Nancy; un dialogo traboccante di forza femminile, simbolo del coraggio di una donna non ancora pronta a dichiararsi apertamente a quel mondo ignorante ma forte e irremovibile sicuramente più di un uomo.

Potenza della musica e dei dettagli

La quarta stagione di Stranger Things rimarrà nella mente di ogni spettatore per molto tempo, non solo grazie alla eccellente fotografia e sceneggiatura, ma anche grazie alla scelta delle musiche. Senza soffermarci troppo in Running Up That Hill di kate Bush, colonna sonora di una delle due scene più belle del capitolo, diventata virale su Tik Tok e tornata in vetta alle classiche dopo quattro decenni, diciamo semplicemente che i Duffer Brothers di musica ne capiscono e che le loro scelte musicali per la serie sono sempre peculiari e distintive. Pass the Dutchie dei Musical Youth accompagna la fuga di Mike Jonathan Will e Argyle dalla sparatoria in casa, Separate Ways (Worlds Apart) dei Journey fa da sottofondo al viaggio verso il sottosopra dei ragazzi (mai canzone più azzeccata), regalandoci una scena intensa in cui il silenzio è più forte del frastuono, mentre Master of Puppets dei Metallica risuona nel sottosopra nella sequenza scenica in assoluto più bella della serie, e forse di molte serie tv degli ultimi dieci anni.

Questa canzone, suonata da Eddie Munson nel sottosopra, accompagna una sequenza di immagini tipicamente d’azione e horror, con qualche tratto di Scooby Doo. Non possiamo dire che la scena sia per forza un richiamo al famosissimo cartone animato ma se così fosse, se non avessimo visto male, potrebbe passare veramente alla storia. Pensiamoci un attimo, abbiamo i due amici un po’ più fifoni barricati lontano dal mostro principale che nonostante tutto trovano il divertimento in un momento di pericolo, i tre coraggiosi (un uomo e due donne) dall’altra che cercano di uccidere il terribile mostro superando vari ostacoli. Per non parlare della vittima (Max) che cerca di fuggire e ritrova sempre il nemico davanti a sé.

La grande differenza è che il fifone questa volta non è scappato (piangiamo di nuovo insieme).

Ma voi di Movie Blog siete pazzi, direte, peccato che la canzone Pass The Dutchie, in quelle due specifiche scene (Fuga dalla sparatoria e all’inizio per presentare Argyle mentre fuma in compagnia di una ragazza) dimostri che – tenetevi forte – Argyle, Scooby Doo e Shaggy siano davvero migliori amici (nell’ultima scena del film del 2002 di Scooby Doo, vediamo Shaggy e Scooby, due anni dopo i fatti, fumare nell’iconico furgoncino con un amico, sulle note di quella stessa canzone). Sono congetture, si, ma vogliamo tanto crederci perché sarebbe fantastico!

Sono i dettagli che fanno la differenza in Stranger Things, che rendono il tutto di una potenza inaudita. La potenza di un malsano rapporto padre e figlia si conclude con la caduta di un collare fracassando il suolo, rompendo il legame e rappresentando l’unica scelta giusta fatta dal dottor Brenner, che comunque non lo rende meritevole di una comprensione della “figlia”.

Una serie non fortunata, come piace definirla a molti, ma fatta finalmente bene. Forse un po’ esibizionista? In senso buono, ovviamente, ma con effetti speciali e fotografia da oscar che rendono la realtà e ci riempiono il cuore.

Anche se dovremmo aspettare probabilmente il 2024 per vedere gli ultimi episodi di questo capolavoro, stringete i denti e immergetevi nel Rewatch. Se volete qualche consiglio perché non sapete cosa guardare, ora che la vostra vita non ha un senso, vi consiglieremo serie da vedere questa estate nel prossimo articolo.

 

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