E se il giorno della tua laurea rimanessi incinta? Cosa faresti?
Questa è la domanda a cui deve rispondere Lili Reinhart in “Linee Parallele” – Look Both Ways – nel nuovo film di Wanuri Kahiu, che dopo “Rafiki” del 2018 torna alla regia con una commedia romantica sulla calca di Sliding Doors, cult di Peter Howitt del 1998, da cui però si discosta intelligentemente.
Linee parallele, dal 17 agosto disponibile su Netflix, è un film senza pretese. Una semplice commedia romantica sulla linea del What If, destinata ad essere dimenticata ma che non cade mai nella banalità grazie soprattutto alla riuscita interpretazione di Lili Reinhart, la quale brilla in un contesto a tratti deludente.
Linee Parallele: Trama Cast e Personaggi
Natalie Bennet (Lili Reinhart) si è appena laureata e l’indomani partirà per Los Angeles con la sua migliore amica Cara (Aisha Dee). È entusiasta, non vede l’ora di realizzare i propri sogni, almeno fino a quando la sua vita non arriverà di fronte a un bivio e come Gwyneth Paltrow in Sliding Doors, due possibilità si presenteranno per fare da sfondo a una commedia romantica in cui la donna è protagonista. La differenza dal cult di Howitt è che questa volta non sarà una sciocchezza come la chiusura di una porta della metro ad aprire le possibilità, ma un fatto che tutto rappresenta tranne che un’inezia.
A un giorno dal grande salto, infatti, Natalie si ritrova a dover fare un test di gravidanza a seguito della notte passata con il suo migliore amico Gabe (Danny Ramirez). È a questo punto che il dualismo si fa strada e Lili Reinhart diventa la Gwynett Paltrow dei millenials; da una parte Natalie rimarrà incinta e dovrà affrontare la vita della madre di famiglia, dall’altra invece partirà all’inseguimento dei propri sogni.
Recensione Linee parallele: il destino è nelle nostre mani
Con la regia della premiata Wanuri Kahiu, “Linee parallele” è uno Sliding Doors con tratti decisamente meno drammatici, che vive in funzione della figura femminile grazie soprattutto all’interpretazione della sua protagonista. Da una parte questo film ha il grande merito di far sentire il potere delle donne, il coraggio di non cadere di fronte a uno degli ostacoli più grandi: l’impossibilità di trovare un equilibrio tra la vita della madre di famiglia e la carriera. D’altra parte il film evita di approfondire qualsiasi dinamica sviando furbamente ogni possibile critica, probabilmente per non perdere di vista la leggerezza che vuole trasmettere, cadendo quindi in tutti i cliché della commedia romantica.
Grazie al film si riflette su chi sia il fautore del proprio destino guardando in entrambe le direzioni proprio come il titolo originale vuole dirci, ma la quale traduzione non raggiunge l’obiettivo in quanto, a discapito di ciò che qualcuno sostiene, fa un po’ pena (come altri casi che non stiamo a sottolineare).
“Linee parallele” non ha mai la pretesa di elevarsi a denuncia sociale (la quale sarebbe stata troppo per una commedia che evita approfondimenti forse per paura) e semplicemente descrive scrupolosamente il dualismo che ogni donna deve affrontare. L’impossibilità della convivenza di due ideali è oramai radicata nella società e si riflette in questa pellicola grazie al cambiamento cromatico, in funzione di una Natalie anche qui distinta con un taglio di capelli (distinzione superflua che grida al cliché, quando bastava la distinzione cromatica): colori forti, accesi e armoniosi si alternano a gradazioni più cupe e grigie in un buon lavoro di fotografia, come a volerci dire che la felicità derivi solo dal proprio successo lavorativo.
Ma se questi colori potessero incontrarsi cosa succederebbe? È questo che Wanuri kahiu vuole trasmettere. Anche se non sembra siamo noi a scegliere, e possiamo decidere dove come e quando. Il messaggio è uno solo, ma diverso per chiunque; capiamo le difficoltà che si incontrano a vent’anni grazie a Natalie, in cui Lili Reinhart si immerge regalando autenticità in ogni mossa ed espressione e riflettiamo sulle possibilità davanti a noi.
Quindi, per concludere, noi di Movie Blog sentiamo di consigliarvi questo film perché non ha pretese, come del resto dimostra la data di uscita.