Recensione Favolacce, vincitore Miglior Film ai Nastri d’Argento

Recensione Favolacce, vincitore Miglior Film ai Nastri d’Argento

Non inizia con “C’era una volta”…nè finisce con “Vissero tutti felici e contenti”….

Favolacce, scritto e diretto da Damiano e Fabio D’Innocenzo, ha senza dubbi nel titolo qualcosa di intrigante ed interessante. A dimostrarlo ci sono i 5 nastri d’Argento 2020 per il miglior film, la miglior sceneggiatura e fotografia, i migliori costumi e il miglior produttore, oltre al prestigioso Orso d’Argento di Berlino per la miglior sceneggiatura. Il film doveva uscire in sala nel febbraio scorso, ma a causa del Covid-19 è stato ovviamente rinviato. Ad aprile è approdato on demand, e con la riapertura a singhiozzo dei cinema è subito passato in sala. Dal 10 luglio Favolacce è disponibile sulla piattaforma streaming di Amazon Prime Video.

Trama > traumatico

Scenario della pellicola è la squallida periferia romana dove alcune famiglie incrociano il loro cammino nascondendo, dietro la monotonia delle loro vite, peccati e segreti.

L’ambiguo e violento Bruno, interpretato da Elio Germano, comanda la moglie e i due figli dodicenni, mentre il rozzo Amelio non permette al figlio Geremia di vivere una vita da bambino e dandogli un’educazione moralmente discutibile.

La quotidianità di queste persone disperate e sull’orlo di una crisi di nervi sempre dietro l’angolo diventa più oscura scena dopo scena, in una trama macabra che porta ad un finale tragico, dove la morte, il dolore, la depressione e l’assenza di moralità sono simboli di una società e di una realtà in continuo decadimento.

I fratelli D’Innocenzo costruiscono un film senza riscatto o perdono, dove l’individuo deve affrontare sé stesso con tragicità senza possibilità di redenzione e senza nessun salvagente.

Registro e particolari

Un film di particolari e voci fuori campo come un diario segreto. Inizia e finisce con lo stesso registro lento. Ansiolitico quasi ed ansiogeno per la maggior parte del tempo. I particolari sono nella storia di volti e rumori, di sfumature dell’anima dei personaggi. Quella che viene narrata è la storia di una favolaccia. Una “parolaccia” in certi punti. Un mai una gioia cinematografico. Un film popolare e familiare in una Roma periferica e depressa.

Cast > Away

L’attore di punta è sicuramente Elio Germano, che per il ruolo di Bruno ha vinto il premio come miglior attore alla Berlinale 2020. Elio Germano è sempre perfetto per ruoli cupi e fragili. Si trova a suo agio. Si deprime e allo stesso tempo riesce a deprimere lo spettatore.

Elio Germano

Nel ruolo di sua moglie c’è Barbara Chichiarelli, attrice diventata nota negli ultimi anni per la partecipazione alla serie tv Suburra. Gli altri attori, a parte Gabriel Montesi nel ruolo di Amelio e Ileana Ambra in quello della donna in cinta, sono tutti ragazzini sotto i 15 anni e nonostante la prima esperienza e i dialoghi maturi e complessi da interpretare, hanno dato delle buone prove. I personaggi sembreranno naufragare con il loro problemi in una realtà surreale. Persi e senza una meta, senza sogni, senza via d’uscita. E saranno bravi tutti in questo.

Dietro la telecamera

Uno stile tenebroso condito da musiche e scenografia che si sposano benissimo con la sceneggiatura. Lente. A tratti quasi un docufilm. Non nasce per sorprendere ma per raccontare. Da non vedere quando si è stanchi. L’inquadratura confusionaria così come la sceneggiatura. Il film vuole destabilizzare lo spettatore e ci riesce, ma per i motivi sbagliati. Per tutto il film, la regia e la fotografia fanno apparire gli eventi di Favolacce come grotteschi e surreali, e senza volerlo l’intero film diventa più sensazionalistico che intellettuale, mettendo in secondo piano l’approfondimento delle tematiche centrali del film, quali il dolore, la violenza e il senso di colpa.

Fratelli D'Innocenzo

Per i duri di cuore

Un film frustrato ed isterico. Ti trasporta nella solitudine. Inspiegabile. Difficile da comprendere e seguire in toto. Duro come tagliare i capelli a una bambina. Osannato per la sua stranezza più che originalità. Storia scollata. Bambini a tratti adulti. Adulti a tratti bambini. C’è qualcosa di interessante ma va scovato con attenzione. Più si va avanti più si capisce di meno forse è questo l’obiettivo del regista. Sembra tanto sopravvalutato. Un film pieno di problemi esistenziali. Troppi per un solo film. Vale la pena guardarlo per non guardarlo più. Forse vuole da una parte spiegare il filo sottile che a volte c’è tra il mondo degli adulti e dei bambini e quella linea sottile tra il bene e il male. Un linguaggio senza freni. Insegnamenti sbagliati e senza logica. Quasi snervante. Colpisce negativamente. Non c’è niente di positivo o di fiabesco. Appunto è una favolaccia. Bambini che parlano di sesso e fabbricano bombe senza saperlo. Problemi esistenziali e psichici che portano la depressione non solo ai personaggi ma anche agli spettatori.

Trailer

Consiglio: è necessario trattenere il proprio stato d’animo come si trattiene il respiro.

About The Author

Diploma classico e giurista in erba alla Federico II di Napoli. Appassionato e cultore di cinema, sognatore a occhi aperti, inguaribile romantico. La passione per il cinema molto probabilmente deriva dalle tragedie greche. Studioso del bel calcio dopo aver visto il doppio passo del fenomeno Ronaldo ai tempi dell'Inter e le esultanze dell'areoplanino/scugnizzo Montella. Mi servo della scrittura per arrivare al cuore della persone. Preferisco καιρός al kρόνος!

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