Recensione Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola

Recensione Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola

Film diretto da Amy Poehler, tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice Jennifer Mathieu.

Disponibile sulla piattaforma streaming Netflix dal 3 marzo.

Trama

Vivian Carter è una ragazza sedicenne,che affronta in modo piuttosto apatico il clima sessista presente nel suo liceo.

Colpita dal modo di fare  ribelle di una nuova alunna del liceo rifiuta di piegarsi di fronte agli atteggiamenti maschilisti dei suoi compagni prima e dal passato ribelle della madre poi, decide di pubblicare sotto lo pseudonimo di MOXIE, una sorta di rivista clandestina con l’intento di colpire il sistema maschilista all’interno della scuola. La rivista ha una  vasta eco all’interno del liceo  portando a una presa di coscienza e dando vita a un movimento femminista adolescenziale,insomma dà il via a una vera rivoluzione.

Recensione

Il tentativo di fare un film sul femminismo in ambito liceale è un bersaglio che Amy Poehler ,attrice regista e produttrice del film , ha mancato.

Eppure i presupposti  per parlare delle problematiche giovanili c’erano e a guardare il film dall’inizio sembrava quella la strada che volesse prendere.

L’incomunicabilità adolescenziale, il cyber bullismo,l’isolamento , il rapporto tra una madre separata e la figlia adolescente……

Ma dopo nemmeno 15 minuti il film si perde, nel voler essere originale prova a ribaltare alcuni stereotipi cinematografici ma altro non fa che usarne a sua volte .

Ne è un esempio il personaggio antagonista del film Mitchell Wilson (interpretato da Patrick Schwarzenegger)  ,il “bullo” che come in altre migliaia di commedie americane è il giocatore di football. Solo alla fine del film a questo personaggio verrà tolta la maschera mostrandone la vera crudeltà dando un senso alla sceneggiatura ma purtroppo lo fa in  ritardo. Fino a quel momento appare solo come il classico bulletto arrogante.

Per il resto il film appare più come una versione al femminile del film La rivincita dei nerds (1984).

C’è questo gruppo di ragazze che tenta una rivincita attraverso la vittoria delle elezioni studentesche.

Una preside a tratti indolente(interpretata dal premio Oscar  Marcia Gay Harden  nota per la partecipazione a film come Mystic River) personaggio che ricorda un po’ quello del rettore dell’università del film sopracitato.

Girl Power

Cast e Personaggi

La cosa che forse salva il film è la caratterizzazione dei personaggi .

Non si parla di ragazze  nerd sfigate,come molte volte sono descritte in questo genere di film.

Sono ragazze che hanno veri problemi adolescenziali ma che la sceneggiatura ,scritta con la mano sinistra, affronta poco e solo raramente sembra avvicinarsi al bersaglio che si prefiggeva di colpire.

La protagonista Vivian Carter (interpretata da Hadley Robinson), classica adolescente timida è insicura ,che sembra avere un ottimo rapporto con la madre, ma rivelerà i suoi disagi con quest’ultima solo alla fine del film.

Il personaggio di Lucy Hernandez, (interpretata da Alycia Pascual-Peña )un adolescente che non si vuole sottomettere ad un certo tipo di sistema. Personaggio che ha una certa grinta ma che è poco sviluppato

Quello della madre di Vivian (interpretata da Amy Poehler),donna separata  dal passato ribelle, che crede di avere un rapporto aperto con la figlia e di capirne le difficoltà che l’età comporta.

Ma la pecca sta sempre nel manico della scopa come dice un detto,in questo caso si ritorna a un difetto di sceneggiatura e di regia.

Questi personaggi che pure sono i protagonisti principali , non riescono a dare ritmo al film salvo alcuni momenti dove  in scena c’è Amy Poehler, che tenta di ravvivare il tutto con i dialoghi e battute che hanno la tempistica di uno sketch del Saturday Night Live .

Questo è un problema che si vede anche nei  personaggi secondari, che potrebbero dare vita e linfa alla storia ma che  non hanno il giusto sviluppo e il giusto spazio.

Un esempio è quello del personaggio di Emma Cunningham (interpretata da Josephine Langford), la quale prende voce solo verso la fine del film. Si tratta della classica ragazza figa della scuola che però nasconde una vera esperienza drammatica, ma anche qui la sceneggiatura e la regia perdono troppo tempo e non riescono a darle  corpo come si deve.

Per quanto riguarda l’interpretazione degli attori è solo a tratti convincente, a causa anche di una regia piuttosto piatta.

Alla fine, se il trailer fa pensare di trovarsi davanti a un nuovo modo di parlare del femminismo in veste di commedia , la realtà è che ci si trova davanti a una scialba commedia adolescenziale che solo di poco si avvicina allo scopo.

Trailer

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