Recensione Luca: film Pixar ambientato in Italia

Recensione Luca: film Pixar ambientato in Italia


USA (2021)
REGIA: ENRICO CASAROSA
DURATA: 101 min.
CAST (VOCI ORIGINALI): JACOB TREMBLAY, JACK DYLAN GRAZER, EMMA BERMAN, SAVERIO RAIMONDO, MAYA RUDOLPH, MARINA MASSIRONI, JIM GAFFIGAN, SANDY MARTIN.

“Luca” è il ventiquattresimo lungometraggio targato Pixar ed è disponibile dal 18 giugno sulla piattaforma Disney+ senza costi aggiuntivi.

LUCA: LA TRAMA

Luca Paguro vive con i genitori e la nonna e la sua vita scorre in maniera piuttosto monotona come guardiano di animali sul fondale marino. Poco più che un ragazzino, Luca è una creatura del mare dotata di pinne, squame e una coda, e da sempre i suoi familiari lo mettono in guardia dai pericoli del mondo in superficie dove gli umani sono pronti a catturare e uccidere i “mostri marini” come loro.

Ma la curiosità dell’infanzia ha la meglio e Luca decide di spingersi sulla terraferma per esplorare quel misterioso “oltre” che tanto lo affascina. Una volta arrivato a riva, Luca si rende conto che fuori dall’acqua il suo aspetto può mutare e trasformarsi in un umano; qui fa la conoscenza di Alberto Scorfano, un suo simile, già esperto della vita in superficie e delle usanze degli uomini. Trascinato dall’esuberanza di Alberto, Luca decide di avventurarsi insieme al nuovo amico a Portorosso, una cittadina sulla Riviera Ligure, dove trascorreranno un’estate ricca di novità, esperienze e incontri inaspettati che cambieranno le loro vite per sempre.

L’INCURSIONE ITALIANA DELLA PIXAR

“Luca” è il nuovo film prodotto dalla Pixar e distribuito dalla Walt Disney Company e il secondo, dopo “Soul” uscito a Natale, ad arrivare direttamente sulla piattaforma Disney+ senza passare dalle sale cinematografiche, ovviamente a causa della pandemia.

In cabina di regia troviamo Enrico Casarosa al suo debutto in un lungometraggio dello studio di animazione californiano (aveva diretto il corto “La Luna” nel 2011). Nato a Genova e trasferitosi negli Stati Uniti da giovane, Casarosa ha attinto dalle sue esperienze di infanzia nel raccontare la storia di “Luca”. Dal ricordo delle sue estati passate alle Cinque Terre e l’incontro con un ragazzo di nome Alberto, proprio come il co-protagonista del film, il regista ha deciso di raccontare una storia di formazione e di passaggio dall’infanzia all’adolescenza ambientata in un luogo specifico, la Riviera Ligure e precisamente a Portorosso, un paesino di fantasia che tuttavia, se si fa attenzione alla cartina all’inizio del film, si trova proprio vicino a Corniglia, una delle Cinque Terre.

L’influenza italiana è quindi predominante in questa pellicola che vuole omaggiare lo stile, le bellezze paesaggistiche e la cultura del Bel Paese, anche attraverso alcuni classici stereotipi come la vespa, il cibo e il continuo gesticolare degli abitanti, che però fanno sorridere e risultano funzionali alla storia ambientata negli anni Cinquanta. Un’epoca molto cara agli americani e al modo in cui guardano al nostro Paese, grazie alla quale hanno potuto racchiudere nella pellicola una miriade di dettagli e riferimenti, a partire dalle locandine affisse per il paese di film come “La strada” di Fellini e “Vacanze Romane” con Audrey Hepburn, alle immagini di Mastroianni e alle citazioni di Calvino e Collodi.

Luca Disney Pixar

UNA FAVOLA SULL’AMICIZIA E L’INCLUSIONE

E riguardo all’autore di Pinocchio, impossibile non trovare riferimenti alla favola del burattino di legno e l’incontro con Lucignolo nelle avventure di Luca e Alberto, un’amicizia tanto inattesa quanto speciale, in quanto nei pochi mesi estivi in cui si incontrano e decidono di vivere un’avventura tra gli umani i due ragazzi ne usciranno completamente diversi. Impareranno il valore dell’amicizia, ma anche quanto si è disposti a sacrificare per raggiungere i propri sogni e, non da ultimo, cosa significa l’accettazione di sé e del diverso.

Il tema dell’inclusione e della minaccia esterna che turba la quiete del tranquillo paesino di pescatori è uno dei punti di forza del film, in quanto oggi più che mai attuale. Inoltre, il desiderio di Luca e Alberto di uniformarsi agli umani, rinunciando al loro aspetto originario di creature marine, si spinge ancora più in là e ci racconta di quel delicato periodo di passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza quando ci si guarda allo specchio e i cambiamenti che vediamo non ci piacciono, in cui si cerca disperatamente l’accettazione del gruppo e la nostra identità ci appare confusa e in continua evoluzione.

Una metamorfosi perfettamente espressa e concentrata in una stagione, l’estate, notoriamente ricca di infinite possibilità, sinonimo di spensieratezza e avventure, dove sembra che tutto sia a portata di mano.

LE INFLUENZE DEL FOLKLORE E DI MIYAZAKI

Casarosa ha dichiarato di aver attinto, oltre che dalle sue esperienze fanciullesche, dalle tradizioni e leggende del folklore italiano nel dipingere le vicende di “Luca” e delle creature del mare; allo stesso modo un’altra grande fonte di ispirazione è stata l’opera del regista giapponese Hayao Miyazaki, fondatore dello studio di animazione Ghibli: il nome Portorosso (che inizialmente doveva essere il cognome di Luca) deriva dal film “Porco Rosso” del 1992, anch’esso ambientato in Italia.

Personalmente, ho trovato molti punti in comune anche con un altro film dello Studio Ghibli, vale a dire “Ponyo sulla scogliera”, la storia di una pesciolina che una volta in superficie cambia il suo aspetto, diventa umana e stringe amicizia con un bambino. Una storia che a sua volta ha chiari richiami alla favola de “La Sirenetta” di Andersen, da cui la Disney ha tratto uno dei suoi classici più famosi e amati.

Sicuramente il tocco di Miyazaki nel tratteggiare storie universali di amicizia, avventura e rapporto tra uomo e natura è servito a Casarosa per rendere “Luca” una vera e propria immersione nell’atmosfera magica, delicata e toccante di Portorosso in cui i molteplici temi di trasformazione, incontro col diverso e superamento dei propri limiti si sposano perfettamente con i richiami all’Italia e alla sua cultura.

LUCA: VALE LA PENA VEDERLO?

Luca” è sicuramente una deviazione rispetto agli ultimi titoli originali Pixar caratterizzati da trame e tematiche ambiziose e complesse che scrutavano la mente e l’anima (“Inside Out” e “Soul” su tutti) oppure indagavano sul lutto e il significato della morte (con “Coco”). Qui la storia è relativamente più semplice e tradizionale, quasi come se lo studio di animazione volesse per una volta giocare più sul sicuro e risultare maggiormente accessibile a un pubblico di piccolissimi.

Ciò tuttavia non è assolutamente un demerito, visto che la moltitudine di eventi serve a tratteggiare degli argomenti importanti (come quelli già citati di amicizia, inclusione e accettazione di sé e del diverso) guidati dai due personaggi principali, Luca e Alberto, ben caratterizzati e psicologicamente sfaccettati. Cosa non affatto facile per un film animato che vuole essere leggero e profondo al tempo stesso.

Arricchita da una grafica eccezionale e da gustose citazioni (divertitevi a scoprire i tantissimi “easter eggs” celati nei film), “Luca” è una favola ispirata e divertente che non annoia mai; sa esattamente dove vuole andare a parare rimanendo fedele a sé stessa fino alla fine e gioca le sue carte vincenti non tanto sulla sceneggiatura bensì sull’atmosfera e le sensazioni che regala.

TRAILER LUCA

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