Recensione Spider-Man un nuovo universo

Recensione Spider-Man un nuovo universo

Spider-Man – Un nuovo universo (Spider-Man: Into the Spider-Verse) è un film d’animazione statunitense di genere commedia-avventura-azione-fantascienza del 2018 diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman.

Basata sul fumetto Ragnoverso la pellicola rappresenta il primo lungometraggio animato con l’Uomo Ragno come protagonista e racconta di un nuovo giovane Spider-Man, Miles Morales, che dovrà salvare New York da Kingpin con l’aiuto di altri uomini e donne ragno provenienti da universi alternativi dei fumetti Marvel.

Dedicato a Stan Lee e Steve Dikto, creatori dei personaggi e deceduti entrambi nel 2018, il film ha incassato globalmente una cifra di oltre 375 milioni di dollari partendo da un budget di 90 milioni.

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Lodato dalla critica per l’animazione, i personaggi, la storia, la recitazione, l’umorismo e la colonna sonora, il film vanta fra i riconoscimenti l’Oscar ed il Golden Globe “miglior film d’animazione” del 2019.     

Trama Spider-Man – Un nuovo universo

Miles Morales è un adolescente afroamericano di Brooklyn che ammira Spider-Man e ha problemi ad adattarsi nel suo nuovo college e ad essere all’altezza delle aspettative dei suoi genitori, in special modo suo padre Jefferson Davis, poliziotto che ha sospetti che Spider-Man possa essere una minaccia. Dopo essere rimasto attratto dalla sua compagna di Classe Gwanda, Miles chiede consiglio a suo zio Aaron Davis, a cui è molto legato, nonostante il legame difficile fra lui e suo padre. Spinto dallo zio a seguire la sua passione per i murales, Miles viene da lui condotto in una zona abbandonata della metropolitana dove può disegnare per dar sfogo alle sue frustrazioni. Mentre è lì, il ragazzo viene morso da un ragno radioattivo e la mattina successiva si accorge di avere sviluppato abilità simili a quelle del suo eroe Spider-Man, ovvero maggiore agilità, un’altezza più elevata,  la capacità di aderire ai muri ed il ‘senso ragnesco’ di avvertire pericoli imminenti. Sconvolto da questo improvviso cambiamento, Miles ritorna nel luogo del murales e qui scopre un laboratorio segreto in cui lo spietato boss del crimine Kingpin ha costruito un acceleratore di particelle. Il suo piano è accedere ad universi paralleli e riconnettersi con versioni alternative di sua moglie e suo figlio morti in un incidente d’auto, sebbene conscio che ciò provocherebbe la distruzione della città e la morte di tutti i suoi abitanti, incluso l’arcinemico Spider-Man. Ed è proprio quest’ultimo ad intervenire per sventare i piani del boss e distruggere l’acceleratore. Sotto gli occhi di uno spaventato Miles, l’arrampicamuri ingaggia una dura lotta contro Green Goblin e nella mischia si accorge del ragazzo, riconoscendo in lui un potenziale nuovo Spider-eroe. Lo scontro vede purtroppo Spider-Man ferito a morte dall’esplosione dell’acceleratore, smascherato e finito da Kingpin, non prima di aver strappato a Morales la promessa di continuare la sua missione di supereroe. Da questo momento inizierà per il giovane insicuro una rocambolesca quanto pericolosa avventura per crescere e diventare un nuovo e degno arrampicamuri, aiutato da altri cinque ‘Spider-eroi’ provenienti da dimensioni alternative.    

Spiderman un nuovo universo

Analisi

La realtà è come un fiume che scorre accogliendo diversi affluenti, ciascuno separato dagli altri ma che ognuno conduce verso un unico sbocco. Il simbolo dei ‘supereroi con super-problemi’ creati dall’indimenticabile Stan Lee si ritrova catapultato in una spettacolare e coloratissima, in tutti i sensi, nuova avventura dove il contesto fa da specchio che riflette le varie facce, ognuna riprodotta con il suo stile di disegno, dell’amatissimo arrampicamuri. L’azione scorre veloce e combina in uno spettacolare e spassoso mix rocambolesche azioni, rivelazioni amare verso la fine, la comicità nel descrivere la storia dei diversi ‘Spider-eroi‘, la progressiva scoperta dei poteri acquisiti che fa da preludio ad un’imbranata iniziazione per l’ultimo e giovane futuro supereroe. La fedeltà al personaggio è pienamente rispettata e ravvivata dalla differenza, solo apparente, della dimensione di arrivo di ciascun alter-ego. Divertimento e commozione culminano nel momento cruciale, ovvero il finale, quando il protagonista assume piena coscienza di sé, come alla fine di un percorso che dalle incertezze conduce ad una maturità insperata, e si dimostra più che degno di indossare la maschera di quello che rimane il più amato supereroe proprio perché chiunque può diventarlo.    

Multiverso e Ragno-Verso

Il termine multiverso fu coniato nel 1895 dallo scrittore e psicologo americano William James e l’dea di universi paralleli fu ripresa dallo scrittore di fantascienza statunitense Murray Leinster nel 1934, seguito poi da molti altri, come Jorge Luis Borges, diventando infine un classico del genere fantastico

In fisica teorica con il concetto di multiverso si intende un’ipotesi che postula l’esistenza di universi coesistenti fuori dal nostro spaziotempo, spesso denominati dimensioni parallele. Il concetto fu proposto in modo rigoroso per la prima volta da Hugh Everett III nel 1957 con l’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica.  In seguito venne riaffermato come possibile conseguenza di alcune teorie scientifiche, specialmente la teoria delle stringhe e quella dell’inflazione caotica o teoria delle bolle.

In filosofia l’ipotesi è antica, essendo posta come pluralità dei mondi simili alla Terra già dagli atomisti greci e trovò nuovo vigore dopo la rivoluzione copernicana con la scoperta della grandezza effettiva dell’universo, contenente miliardi di galassie. Precursore dell’idea moderna di multi verso viene ritenuto il filosofo nolano Giordano Bruno.

Attorno all’ipotesi dell’esistenza del multiverso sono state create numerose ambientazioni per libri, film, fumetti e serie televisive. Il comune denominatore delle vicende raccontate è la possibilità di viaggiare o di interagire con mondi esistenti nelle varie dimensioni teorizzate dall’idea di multi verso. 

Ragnoverso (Spider-Verse) è una serie di fumetti con protagonista l’Uomo-Ragno (Spider-Man) scritta da Dan Slott e Christos Gage con disegni di Olivier Coipel e Giuseppe Camuncoli ed edita da Marvel Comics. Il primo episodio è stato pubblicato nel novembre 2014 e l’ultimo nel febbraio 2015, mentre in Italia la saga è stata pubblicata dal numero 627 al 633 del quindicinale Amazing Spider-Man dal 28 maggio al 27 agosto 2015.

In questa serie il super-eroe creato da Stan Lee e Steve Ditko recluta svariate versioni alternative di sé stesso, provenienti da altrettante dimensioni parallele, per combattere la minaccia di Morlun e dei suoi fratelli, vampiri psichici che si nutrono dei totem del ragno nelle varie dimensioni del multiverso. Nel film compaiono 2 delle versioni alternative dell’arrampicamuri del fumetto: Spider-Man Noir e Spider-Gwen.  

Illustrazione Spiderman
Illustrazione by: @Johntaf91

Chiunque può essere un eroe 

Uno dei motivi principali per cui l’amichevole arrampicamuri di New York è non solo il personaggio-simbolo dell’universo Marvel (super eroi con super problemi) ma soprattutto uno dei personaggi più amati dai cultori del fumetto si può riassumere nella sua ‘umanità’ di eroe perfettamente racchiusa nella sua frase-maledizione:

“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.”

Nel film, e nel fumetto qui omaggiato, si può capire che chiunque, in cuor suo, può essere Spider-Man, ovvero un comune essere umano, non solo un adolescente, che oltre alle sue fragilità ha grandi potenzialità da scoprire e che, fra mille difficoltà, tragiche perdite, nonostante l’indifferenza e il disprezzo degli altri di fronte all’impegno ad essere utile, si dimostra il più coraggioso degli eroi proprio perché soffre, cade e si rialza.

Peter Parker (la versione ufficiale di Spidey) non è un alieno dotato per natura di superpoteri che decide di difendere i più deboli, né un giovane miliardario traumatizzato e desideroso di vedetta e giustizia da ricercare con le sue sole forze, ma è semplicemente un brillante studente dei quartieri medio-bassi di New York che si ritrova suo malgrado ad acquisire delle abilità straordinarie quanto foriere di ulteriori sofferenze alla sua già non facile esistenza. Come per Bruce Wayne ma al contrario del Cavaliere Nero di Gotham è egli stesso a provocare, senza volerlo, la morte dell’amato zio Ben, evento che segna tragicamente il suo destino di super-eroe tormentato che, sforzandosi di fare ciò che è giusto subirà una serie di traumi che renderanno sempre più tragico il suo percorso di redenzione e di crescita.

“La persona che aiuta gli altri solo perché è ciò che si deve fare e perché è la cosa giusta, è senza dubbio un vero supereroe” (Stan Lee)

Non passa secondo in cui il protagonista, con e senza maschera, si ritrova circondato da nemici sempre più agguerriti (criminali e bulli), tormentato da chi superficialmente vede in lui solo una minaccia (stampa e cittadini), segnato da nuove amarezze sul piano personale (es. la fidanzata Gwen Stacy perita in uno scontro con Green Goblin e la tormentata love story con M.J. Watson) rischiando di restare sempre più solo. E ogni volta che sembra sul punto di togliersi la maschera per sempre e tornare a vivere un’esistenza ‘normale’, allo stesso tempo capisce che deve continuare questo tormentato percorso a stretto contatto con pericoli mortali perché, in fondo, sa che è giusto così.

Una delle più grandi lezioni fornite dai personaggi, eroi e anti-eroi, creati dall’indimenticabile Stan Lee è che il prezzo dell’eroismo sta nel sacrificare sé stessi per il bene di chi decidi di salvare. La maschera stessa che cela l’identità altro non è che un atto di coraggio, non la paura che è da veri criminali, di mettere da parte la propria individualità in nome di un ideale che funga da speranza fino all’estremo sacrificio.

E se il vero eroe, citando la rivelazione italiana del cinecomic di Mainetti (Lo chiamavano Jeeg-Robot) è un individuo dotato di straordinario talento e grande coraggio che sacrifica sé stesso quando ha tutto da perdere, e inevitabilmente si ritrova solo nel suo percorso, il fumetto celebrato da questo spettacolare lungometraggio animato è una consolazione per chiunque, nella vita di tutti i giorni, mentre affronta prove sempre più difficili per crescere e sopravvivere ritrova nuovo coraggio e speranza a pensare che forse, da qualche altra parte, ci siano molti altri nelle stesse condizioni che cadono solo per rialzarsi perché ciò che è giusto non è mai facile.      

Trailer

“Grazie a Stan Lee e a Steve Ditko per averci detto che non siamo gli unici.”

EMOZIONANTE E DIVERTENTE.

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