Recensione Crudelia la Cruella di Emma Stone

Recensione Crudelia la Cruella di Emma Stone

REGIA: CRAIG GILLESPIE
DURATA: 134 min.
CAST: EMMA STONE, EMMA THOMPSON, JOEL FRY, PAUL WALTER HAUSER, EMILY BEECHAM, MARK STRONG, KIRBY HOWELL-BAPTISTE, JOHN McCREA.

Nei cinema dal 26 maggio, “Crudelia” è la storia delle origini di una delle cattive più famose dell’universo dei film Disney, Crudelia De Mon. Il film è disponibile anche su Disney+ con accesso VIP.

Trama Crudelia

Inghilterra, anni Sessanta. Estella, una bambina nata con una curiosa pigmentazione dei capelli – per metà neri e per metà bianchi – cresce con una madre single e una sfrenata passione per la creazione di abiti. Ha un temperamento a dir poco turbolento e a volte meschino, il che porta la madre a darle scherzosamente il soprannome di “Cruella”. A scuola non ha vita facile, viene spesso portata nell’ufficio del preside e non riesce a farsi degli amici ad eccezione di un cagnolino di nome Buddy.

In seguito a un misterioso incidente durante un lussuoso ricevimento in una residenza esclusiva, la madre muore e lei si ritrova a Londra, disperata e senza nessuno al mondo che badi a lei. L’incontro fortuito con due ragazzini coetanei, Horace e Jasper, ladruncoli e orfani anch’essi, le dà l’occasione per dare una svolta alla propria vita e ben presto i tre diventeranno inseparabili, destreggiandosi tra furti e rapine per sbarcare il lunario.

Fino al giorno in cui, dieci anni più tardi, Estella trova lavoro presso uno dei più prestigiosi grandi magazzini di Londra e la sua passione per la moda e gli abiti incontra i favori della stilista più in voga del Regno Unito, la Baronessa, il cui passato è legato indissolubilmente a quello di Estella. Ben presto la ragazza scoprirà alcuni terribili segreti e Cruella, il suo lato oscuro, emergerà in tutta la sua rabbia e potenza distruttrice.

Emma Stone Cruella

Le origini di Crudelia

Lo spin-off dedicato a Crudelia De Mon, personaggio già portato con successo al cinema in versione live action con Glenn Close nel film “La Carica dei 101” del 1996 (e nel sequel “La Carica dei 102” del 2000), segue la scia del filone Disney dedicato ai villain tanto amati dal pubblico per il loro mix di fascino, umorismo nero e intrigante caratterizzazione e, come già successo per “Maleficent”, si ricercano nella loro gioventù i motivi che abbiano scatenato tale cattiveria.

Va detto però che mentre nel film con Angelina Jolie il destino di Malefica sia frutto di un trauma che l’ha resa vendicativa nei confronti del Principe Stefano, il padre di Aurora, qui l’indole malvagia di Crudelia è innata.

Estella nasce già con una componente sinistra, una sorta di doppia personalità che la rende non conforme all’ambiente circostante, una outsider, che in altre circostanze cinematografiche avremmo analizzato come un principio di schizofrenia.

Tale lato oscuro è rimasto più o meno latente in lei fino a che la scoperta sconvolgente del proprio passato, complice il lavoro come stilista per la temuta Baronessa (un incrocio tra una Miranda Priestley anni Settanta e la Regina di Cuori per la sua sconfinata perfidia e l’esercito di lacchè che le stanno continuamente intorno ubbidendole servilmente), scatena il suo spirito vendicativo e Cruella prevale con tutta la sua verve incendiaria, letteralmente.

L’ossessione per la pelle dei cani dalmata, tratto distintivo della sua personalità nel classico animato del 1961, qui viene in qualche modo ribaltata e assume significati diversi. Alcuni potranno storcere il naso per questa scelta che si discosta nettamente dalle peculiarità che avevano reso Crudelia De Mon così famosa all’epoca.

I cani a macchie nere sono pur sempre presenti nella storia e hanno un ruolo determinante nel destino di Estella, ma forse per adattare il personaggio ai tempi moderni e per non inimicarsi gli animalisti si è optato per eliminare la scomoda predilezione di Crudelia per le pellicce.

Una festa per gli occhi

“Crudelia” è una riuscita parentesi tra i recenti live action Disney: non ricalca pedissequamente un classico già visto (come nel caso de “Il Re Leone”) e non ha la pretesa di stravolgere una storia ben nota con risvolti psicologici forzati (come nel già citato “Maleficent”). Semplicemente si distingue per essere un divertissement che non si prende troppo sul serio, che intrattiene e diverte nonostante le oltre due ore di durata ed è esteticamente vincente, proprio come la sua protagonista, una Emma Stone perfettamente in parte con il suo sguardo ora innocente ora malvagio.

La ricostruzione della Londra anni Settanta con le sue atmosfere punk e rock è formidabile, dalle musiche travolgenti della colonna sonora composta dai successi di gruppi come Supertramp, The Doors, The Clash e Blondie, per citarne alcuni, agli sfavillanti costumi, una vera e propria festa per gli occhi, creati dalla costumista Jenny Beaven (vincitrice di un Oscar nel 2016 per “Mad Max: Fury Road”), senza se e senza me il punto forte del film, protagonisti della storia al pari di Emma Stone e Emma Thompson.

Riguardo a quest’ultima, impossibile non lasciarsi affascinare dalla sua strabordante Baronessa, un concentrato di malvagità che rappresenta la nemesi di Cruella, interpretata meravigliosamente dall’attrice britannica già familiare alle atmosfere disneyane dopo “Saving Mr Banks” e il live action de “La Bella e la Bestia” (dove era Mrs Bric). Non vi è dubbio che le due attrici si siano divertite non poco sul set e questo traspare dalle loro performance irresistibilmente scanzonate.

Vale la pena vederlo?

Il film certamente non lascerà delusi i fan della Disney e coloro alla ricerca di un po’ di evasione, condita da una messa in scena sfolgorante e caratterizzata da un cast vincente, soprattutto le due protagoniste che lasciano il segno.

Parlando di difetti, la sceneggiatura risulta alquanto debole e sovente la storia viaggia troppo sul sicuro: siamo coscienti di essere di fronte a un prodotto per famiglie, ma avremmo gradito un team di sceneggiatori che non relegassero i toni punk e rock solo alla superficie e agli abiti.

C’è da dire che da una pellicola dedicata a colei che ama le pellicce più di ogni altra cosa e vuole uccidere dei cuccioli di cane per farne dei cappotti non ci aspettavamo un livello di cattiveria così annacquato. A volte osare di più, specie con la libertà che un personaggio del genere concede, può pagare.

“Crudelia” non è certamente un film di cui sentivamo disperatamente il bisogno, ma visti i recenti sfortunati tentativi di live action della Disney (“Artemis Fowl” e “Mulan” su tutti) e con il suo spirito vivace, una regia fresca e appassionata firmata Craig Gillespie (regista di “Tonya”) e un comparto tecnico di assoluta eccellenza, il prodotto che ne esce funziona e intrattiene un pubblico trasversale.

 Trailer Cruella

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