Recensione 1917 di Sam Mendes, film in odore di Oscar

Recensione 1917 di Sam Mendes, film in odore di Oscar

Un viaggio contro il tempo

6 aprile 1917: due soldati britannici al fronte vengono incaricati di recapitare un messaggio di fondamentale importanza al reggimento alleato stanziato a pochi chilometri per fermare un attacco all’esercito tedesco che provocherebbe la morte di oltre 1600 soldati tra cui il fratello di uno dei due.
Film sulle guerre, la storia narrata in “1917”, nuova fatica di Sam Mendes (regista di “American Beauty”, “Revolutionary Road” e “Skyfall”), appare semplice e immediata. Un evento a prima vista di poca importanza in mezzo alla Grande Guerra notoriamente conosciuta per essere un conflitto statico e logorante.
È il racconto di un viaggio: il viaggio contro il tempo intrapreso da due giovani caporali inglesi che devono attraversare la terra di nessuno e le linee nemiche con solo otto ore a disposizione per impedire un attacco suicida contro i tedeschi che hanno preparato una trappola.
E il viaggio è anche quello degli spettatori. Il fatto che la pellicola vada rigorosamente fruita in una sala cinematografica è presto detto: Sam Mendes ha costruito un’opera eccellente a livello tecnico come non se ne vedevano da anni.

1917 film

Un approccio teatrale

Ispirato dai racconti di guerra del nonno paterno e partendo da una sceneggiatura scritta di proprio pugno insieme a Krysty Wilson-Cairns, il regista inglese ha concepito il film come un unico piano sequenza che seguisse i due protagonisti per tutta la durata della loro missione impossibile senza tagli di montaggio per circa due ore.
In realtà la metodologia usata dà solo l’illusione di una ripresa costante e ininterrotta: qui sta una delle ragioni dell’eccellenza tecnica della pellicola (e del reparto di montaggio in particolare). Come già visto in “Birdman” di Iñarritu, il regista utilizza degli espedienti (la macchina da presa che gira intorno a un albero o a uno ostacolo, il nero su uno dei protagonisti che perde conoscenza) per non dare mai soluzione di continuità alla vicenda che sta portando in scena.
Mendes ha girato questo film come un’opera teatrale, provando per mesi e mesi prima dell’inizio delle riprese insieme agli attori sul set per misurare letteralmente il tragitto tra la lettura del copione e le distanze percorse dai protagonisti, con un approccio artigianale che imponeva dei ritmi di lavoro estenuanti e sovente frustranti. Una volta dato il via al ciak, infatti, la macchina da presa non poteva fermarsi, nonostante incidenti o errori che puntualmente si verificano su un set.

Una vera e propria esperienza cinematografica

Il risultato è di quelli che raramente lo spettatore prova al cinema: la sensazione di essere insieme ai due soldati, nello stesso fango, la stessa trincea, gli stessi panorami spettrali e desolati del primo conflitto mondiale. Fin da subito siamo proiettati su di loro, seguiamo i loro movimenti, la fuga dalle trappole
sapientemente costruite dai nemici tedeschi, la corsa contro il tempo tra le granate e i colpi di mortaio, le loro paure e frustrazioni.
Un’esperienza cinematografica sbalorditiva grazie anche al lavoro del direttore della fotografia, il maestro Roger Deakins (vincitore di un Oscar nel 2018 per “Blade Runner 2049”), elemento cardine dell’effetto “piano sequenza”, che ha manipolato la luce creando ad esempio un pannello alto 5 piani con 2000 lampade al tungsteno per la scena della chiesa in fiamme di notte, una delle sequenze più suggestive e coinvolgenti del film.

sam mendes 1917

1917 Il cast indovinato

Azzeccata l’idea del casting: la scelta di due attori semi sconosciuti nei ruoli principali (Dean-Charles Chapman ha recitato nella serie tv “Il Trono di Spade” mentre George MacKay lo abbiamo visto in “Pride” e “Capitan Fantastic”) serve a non distogliere l’attenzione dal focus primario, mentre sono cinque i volti famosi che appaiono in ruoli minori o addirittura camei: Colin Firth, Andrew Scott, Mark Strong, Richard Madden e Benedict Cumberbatch.

Un grande merito della pellicola va anche alla colonna sonora firmata dal compositore Thomas Newman, essenziale per descrivere i momenti di crescendo, tra tensione emotiva e attimi di riflessione o scoramento.
Chi dirà che il film è manchevole dal lato emozionale si sbaglia di grosso: l’immedesimazione con i due giovani protagonisti è immediata. Il fatto che nel reggimento alleato si trovi il fratello di uno di loro dà alla missione una valenza ancor più profonda e vitale. Senza rivelare troppo della trama, dirò che i minuti finali sono un vero e proprio colpo al cuore.
D’altro canto, è chiaro che qui non è la storia a essere il fulcro del film, bensì il modo in cui viene raccontata. Ma uno dei motivi per cui amiamo così tanto la settima arte non è proprio la sua capacità di meravigliarci e di catturarci?

“1917” ha già vinto due Golden Globes, è candidato a 10 Premi Oscar quest’anno (tra cui Miglior Film, Regia, Sceneggiatura Originale, Fotografia e Colonna Sonora) e si colloca tra i favoriti alla vittoria.

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Trailer Ufficiale 1917

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