Recensione Cowboy Bepop: il live action della serie del 1998

Recensione Cowboy Bepop: il live action della serie del 1998

Cowboy Bepop è una serie fantascientifica, prodotta da Netflix  in onda il 19 novembre, remake live action dell’omonima serie animata del 1998, visibile anch’essa sulla suddetta piattaforma streaming.

Trama Cowboy Bepop 

La serie, ambientata nel 2071, parla di un gruppo di cacciatori di taglie spaziale.

La storia inizia con i due “cowboy” Spike Spiegel, ex affiliato del Red Dragon, e il suo socio Jet Black, ex poliziotto dell’ ISSP, costretto ad abbandonare il distretto a seguito di un tradimento.

I due  danno la caccia  a criminali di ogni tipo, vivendo delle taglie che riscuotono ma che spesso si rivelano poco proficue, dato che parte di esse viene spesa per ripagare i danni da loro creati.

A loro si aggiungono altri Faye Valentine, affetta da amnesia che non le permette di ricordare nulla del suo passato , e il corgi Ein.

Il nuovo prodotto Netflix 

Il progetto della versione live action della serie animata, diretta da Shin’ ichiro Watanabe, fu annunciato nel 2017.

Alla sceneggiatura c’è Christopher Yost che ha sul suo curriculum alcuni dei film della saga di Thor.

I titoli di testa sono affidati ad Yoko Kanno, cosi come lo furono quelli della serie animata.

Questa nuova produzione si è avvalsa della consulenza creativa del regista  Shin’ ichiro Watanabe.

Ed è proprio da quest’ultimo che sono arrivati i primi timori sulla validità del remake :

“Al tempo, avevo letto il concept iniziale dell’adattamento in serie live action e ho fornito le mie opinioni al riguardo , ma non sono sicuro che rifletteranno nel prodotto. Non ho proprio altra scelta che pregare e sperare che il progetto vada bene. Inoltre non ho alcun diritto di fermarlo. Quei diritti sono nelle mani della Sunrise, quindi se avrete dei reclami, per favore inviateli a loro.”

Recensione di Cowboy Bebop- Originale nell’idea ma non nella messa in scena.

Cowboy Bepop Il live action

Premetto che, a parte alcune eccezioni, il genere fantascientifico  spaziale non è mai stato il mio preferito, non ho mai  sopportato Saghe come quelle di Star Wars.

Francamente vedere questa serie non mi ha fatto cambia idea su questo genere di storie.

A dire il vero non è da buttar via del tutto.

Ci sono ottimi momenti nella sceneggiatura, quando si tratta di sotto trame, ma il problema sta nel cosi detto “manico del cesto” ovvero sia nella trama principale.

La storia principale su cui ruota la serie è meno efficace , colpa anche di una regia fatta di alti e bassi.

La regia sembra funzionare meglio sugli episodi con trame a se stanti, forse perché meno dispersivi rispetto a quelli che hanno un collegamento con la trama principale.

Tornando a parlare di sceneggiatura, anche questa non è del tutto funzionale sotto molti aspetti come dicevo prima, si ingolfa in molti momenti e fatica a riprendere ritmo, cercando sempre di salvarsi mediante l’uso di gag che riportano alla mente lo stile dei prodotti Marvel, con alcuni echi alle situazioni tipiche della saga de “I Guardiani della Galassia”, ma senza riuscirvi sempre, anzi in alcuni casi non fa altro che rendere tutto ancora più tedioso.

Dove invece la sceneggiatura funziona è nella scrittura dei personaggi.

La bravura del cast salva parte della qualità della serie

 Se sulla carta la caratterizzazione dei personaggi è resa bene, lo è ancora di più grazie ad un brillante cast, il quale con la sua bravura sa rendere perfettamente il tormento di questi esseri costretti a vagabondare nello spazio, avventurandosi in avventure pericolose , chi nel tentativo di fuggire dal proprio passato e chi nel tentativo di rincorrerlo e di afferrarlo.

In particolare il plauso va a i tre protagonisti principali, John Cho (tra l’altro somigliantissimo alla versione animata del personaggio di Spike), Mustafa Shakir  e la bellissima Daniella Pineda.

Convincenti sono anche gli antagonisti ,uno su tutti Alex Hassell  che interpreta lo spietato capo della gang dei Red Dragon.

Regia e scenografie

Come accennato , la regia non è sempre lineare nel ritmo e francamente è spesso assente.

Una certa presenza registica si sente solo nelle scene d’azione, in queste ultime  si vede benissimo che il regista ha voluto riprendere i toni, specie nelle scene di combattimento, dei toni presenti in quei vecchi film di arti marziali degli anni 70.

Magari il tentativo era quello di percorrere la stessa strada del più illustre college Tarantino, solo che Nemec non aggiunge niente di nuovo a queste scene se non in alcuni sporadici momenti.

Anche lo stile delle inquadrature in alcuni momenti lascia pensare a un tentativo di riprendere i toni di registi illustri come il Terry Gilliam del film Brazil (1985),  ma anche li non va oltre la presenza della regia.

E per finire parliamo delle scenografie.

Queste, unite appunto alle scelte registiche, risentono molto di una certa artificiosità che ricorda molto la vecchia serie Star Trek, echeggiano delle atmosfere da poliziesco anni 70 ma senza mantenerne il fascino

Vale la pena vederlo?

Questo nuovo prodotto Netflix è riuscito solo in parte.

Si può vedere certo, ma ci sono momenti in cui vorresti cambiare canale.

Non so quanto i fan della serie animata ne saranno entusiasti, non avendola vista non posso dire quanto questa versione live action se ne discosti .

La mia opinione e che non creerà una nuova schiera di fan certamente e che non sarebbe appropriato farne una seconda stagione, considerando che la piattaforma Netflix ne ha cancellate tante di serie qualitativamente migliori di questa( Es. Jupiter’s Legacy).

 

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