Recensione The end of the f***ing world 2: un omicidio è per sempre

Recensione The end of the f***ing world 2: un omicidio è per sempre

TEOTFW ci aveva lasciato con una grande domanda, “James è morto?”. Nonostante ciò, molti di noi non si aspettavano una seconda stagione, ma Netflix dal canto suo visto il successo della prima, ha deciso di rilanciare lo show per una seconda stagione, con il rischio di rovinare un piccolo “capolavoro”.

Così non è stato, anche se la possibilità di risultare banale e ridondante era alto.

TRAMA THE END OF THE F***ING WORLD 2 [Contiene Spoiler]

In questa seconda stagione la narrazione fa un salto temporale di due anni. Ci viene mostrato che in realtà James è vivo, ricoverato in ospedale; dove incontra la mamma di Alyssa che lo convince a scrivere una lettera di addio per la figlia, convinta di agire per il bene di quest’ultima. James e la ragazza non si vedono per circa due anni. Entrambi hanno cercato, non senza difficoltà, di rifarsi una vita lontani l’una dall’altro. Alyssa e sua madre decidono di trasferirsi e iniziare così una nuova vita. James trascorre un periodo difficile in cui prova a recuperare il rapporto con suo padre, almeno fin quando quest’ultimo, durante una partita a bowling con James non viene colpito da un infarto. Molto presto le loro strade incontrano quella di un nuovo personaggio: Bonnie. Quest’ultima è una ragazza strana e taciturna, che dimostra fin da subito di avere molte caratteristiche in comune con i due protagonisti, e sembra nascondere un segreto.

Netflix, ci presenta questo nuovo personaggio, regalandole un intero episodio. Bonnie è una giovane ragazza, obbligata dalla madre a studiare, incontra un professore (Si, proprio quello ucciso da James nella prima stagione) e se ne innamora, finendo addirittura in carcere per aver ucciso una ragazza violentata dal “suo uomo”, convinta che fosse una sua amante.

Ed è proprio dietro le sbarre che viene a sapere della morte del professore, giurando vendetta contro coloro che l’avevano ucciso. I protagonisti diventano così tre, e si troveranno non solo a condividere un singolare viaggio ma anche un percorso di crescita, che li porterà alla consapevolezza delle loro condizioni.

The end of the fucking world

L’AMBIENTAZIONE

Durante tutta la stagione, i luoghi frequentati dai protagonisti sono quasi sempre del tutto deserti, come se volessero rappresentare la solitudine che ognuno dei tre personaggi prova dentro di sé, quel bisogno di avere qualcuno al proprio fianco, di sentirsi ancora amati. E tu spettatore ti ritrovi lì, a soffrire con loro, a desiderare quasi di stargli vicino in quei momenti di tristezza, in cui nessuno riesce a vedere la luce in fondo al tunnel, in quei momenti in cui ci si lascia sopraffare dal mondo esterno che non sempre è così buono nei confronti degli indifesi.

LA SOLITUDINE

Ognuno dei tre protagonisti si sente solo a modo suo. James, costretto a rinunciare alla sua amata, perde il padre e quando decide di tornare da lei, scopre che sta per sposarsi. Alyssa stessa, non è felice del suo matrimonio, della condizione in cui si trova e della nuova vita che molto presto dovrà intraprendere, inoltre è continuamente perseguitata dalla visione dell’uomo ucciso da James davanti ai suoi occhi. Bonnie, privata della persona che lei considerava il suo unico grande amore e durante l’ultima puntata viene privata anche di questo; infatti James e Alyssa le raccontano di chi fosse in realtà il professore e cosa facesse con le sue “studentesse”.

Questi otto episodi di circa 20 minuti, sono un viaggio ancora più profondo di quello visto nella prima stagione, all’interno della personalità e del carattere di ognuno di loro. Ma nonostante i loro numeri problemi, questi vengono resi davvero umani e sembra che ognuno di noi si ritrovi nella loro stessa situazione.

IL CAST

Ritroviamo i due protagonisti, Alyssa e James , interpretati rispettivamente da Jessica Barden e Alex Lawther, oltre alla new entry, Bonnie, Naomi Ackie che riesce perfettamente ad inserirsi in una serie che non aveva bisogno di personaggi extra, rendendo al meglio e coinvolgendo lo spettatore ad appassionarsi alla sua storia e in alcuni casi a sostenere anche le sue motivazioni.

IL FINALE DI STAGIONE

Il finale ha fatto tanto discutere. Gli spettatori si sono divisi in due fazioni, da una parte chi riteneva dopo tanta sofferenza giusto dare un lieto fine, il classico “… E vissero felici e contenti” a James e Alyssa. D’altro canto, c’è chi sostiene che fosse più giusto vedere Bonnie uccidere la coppia, mantenendo quel tono cupo e ingiusto che abbiamo visto nei vari episodi. Io mi sento di sostenere il primo gruppo, perché è una serie a mio parere, che vuole dare speranza, vuole dimostrare che molto spesso chi si sente “diverso”, in realtà ha bisogno soltanto di trovare qualcuno che capisca la sua interiorità e che riesca ad amarlo così com’è, senza giudicare.

IN CONCLUSIONE

Forse si, non serviva fare una seconda stagione, ma Netflix è riuscita a regalarci un altro dei suoi piccoli “capolavori”, rendendo giustizia ad una prima stagione ad alti livelli e non rovinando del tutto le aspettative del pubblico, ma riuscendo invece a farci emozionare, sorridere e coinvolgere nello stesso modo in cui era riuscita a fare con la prima stagione. In via ufficiosa è già stato dichiarato che non ci sarà una terza stagione ed è giusto così, ma lo sapete meglio di me, i soldi fanno da padrone e Netflix, quando si tratta di incassare non guarda in faccia nessuno. Quindi attenzione, potrebbero arrivare altre sorprese targate James e Alyssa…

Cast 83%
Regia 75%
Sceneggiatura 80%
Recitazione 85%
Colonna Sonora 70%
Voto Totale 80%

About The Author

Diplomato al Liceo Scientifico, tra una pagina e l'altra di un libro di matematica, un episodio calza a pennello. Più che per il cinema, ho la passione per il piccolo schermo. Sono l'amico a cui viene sempre fatta la domanda "Ma che serie tv mi consigli?" Se non avete idea di cosa guardare, faccio al caso vostro. Siete invitati nel sottosopra che si trova nella mia testa.

Related posts