Siamo giunti alla conclusione di una delle serie tv più acclamate e altrettanto criticate degli ultimi tempi. Il 3 Dicembre su Netflix è approdata l’ultima parte dell’ultima stagione de La Casa di Carta, lo show spagnolo ideato da Álex Pina.
Dopo un calo drastico mostrato nella prima parte di questa quinta stagione, i fan iniziavano a temere che la conclusione della serie sarebbe stata altrettanto banale, ma ancora una volta Netflix è riuscita a sorprenderci portando alla luce cinque episodi adrenalinici e scoppiettanti. Vediamo dunque cosa si nasconde dietro questi ultimi episodi.
Trama
La prima parte di questa quinta stagione, seppur con molte note negative, aveva lasciato gli spettatori dello show spagnolo in una valle di lacrime in seguito alla dipartita di uno dei personaggi chiave.
In questa nuova parte, tutto ricomincia proprio da lì. La serie giunge quindi al culmine dopo tre parti dedicate alla rapina nella banca più importante di Madrid, il Professore sembra ormai essere alle strette, ogni sua mossa viene anticipata e sembra che la banda non possa fare altro che arrendersi; ma se così fosse, non staremmo di certo parlando de La Casa di Carta…
Un asso nella manica è sempre alla portata di Sergio e i suoi uomini lo sanno. Dopo le prime titubanze, tornano a fidarsi del loro condottiero e tentano il tutto per tutto, mentre fuori dalle mura della banca, la polizia non ha intenzione di fermare l’avanzata e prepara il colpo di grazia che metterà fine ad uno dei colpi destinati ad entrare nella storia della Spagna.
Recensione
Porre fine ad un prodotto non è mai facile. I fan hanno aspettative alle stelle, i critici si nascondono dietro l’angolo pronti ad attaccare ogni minimo difetto e molto spesso, qualcosa sfugge sempre rovinando un prodotto che ha appassionato per diversi anni il pubblico. Così come ogni grande serie, erano esattamente questi i timori che si celavano dietro gli ultimi episodi de La Casa di Carta e lo sapeva bene Álex Pina, che insieme al suo team creativo, ha cercato di dare il massimo affinché nessuno potesse storcere il naso. E per una volta ci sentiamo di dire, che ci è riuscito alla grande.
Gli ultimi cinque episodi della serie che ha preso vita ormai quattro anni fa, sono stati a dir poco adrenalinici, con continui ribaltamenti di fronte che non hanno permesso agli spettatori di staccare lo sguardo dallo schermo neanche per un secondo. Ogni mossa veniva ribaltata, ogni colpo sembrava essere sferrato a vuoto, prima che tutto venisse rivelato, prima che la genialità dei personaggi messi in gioco si palesasse totalmente.
Uno scontro che fin dalle prime battute fa schierare il pubblico dalla parte della banda, senza mai permettergli di riflettere sul fatto che i veri buoni siano al di fuori della banca, sia la polizia. Questo perché la Casa di Carta si sofferma sugli esseri umani e su ciò che li spinge ad agire: amore, amicizie, istinto di sopravvivenza. L’ispettore Tamayo che dovrebbe spingere lo spettatore dalla parte della polizia, è in realtà un uomo pieno di scheletri nel proprio armadio, sceso a continui compromessi pur di salvare la pelle, ma soprattutto le apparenze; dall’altra parte invece, troviamo un gruppo di rapinatori che non hanno paura di mostrare le loro debolezze, gli stati d’animo, le ferite che nascondono sotto le tute rosse divenute simbolo di rivoluzione in Spagna come nel mondo. Così non vi è storia, si tifa per la banda dei Dalì dalla prima puntata fino alla resa dei conti.
La seconda parte di quest’ultima stagione è un escalation di emozioni, si passa dall’alta tensione allo smarrimento, dalle lacrime ai sorrisi. Non c’è tempo per i ripensamenti; ogni secondo diventa fondamentale in quella che ben presto si trasforma in una lotta contro il tempo dove ad uscirne vincitori saranno solo coloro disposti a vender cara la pelle e non abbassare la testa di fronte a nessuno.
Ciò che rende questa stagione interessante è anche la forza della polizia, che finalmente viene mostrata. Per quattro stagioni assistiamo a interi eserciti e poliziotti che si limitano a fare da comparse, personaggi di contorno per dei protagonisti assoluti che riescono ad umiliarli ogni volta che si palesa un’occasione. Questo non accade negli ultimi episodi, dove la polizia si fa sentire, mette alle corde i rapinatori e non importa se non affonda definitivamente il colpo, perché lo spettatore non vuole vedere messa in scena la realtà, ma qualcosa che possa sembrare tale, dei continui rimandi a ciò che può trovare al di fuori dello schermo.
Una questione di famiglia
Nella prima stagione, il Professore sottolinea più e più volte come all’interno della banda non debbano crearsi legami forti per evitare coinvolgimenti emotivi e sembra essere questo il punto alla base del successo del suo gigantesco piano. La seconda rapina, dettata proprio da legami creatisi tra i vari membri, diventa un percorso di gruppo; non ci troviamo nuovamente di fronte a rapinatori e criminali, ma di fronte ad una vera famiglia dove ognuno è disposto a sacrificare sé stesso pur di salvare il compagno che si ritrova di fianco.
Inoltre, Tatiana e il figlio di Berlino, che nella prima parte uscita a Settembre si limitano a fare le comparse, come tutti ci aspettavamo, in queste nuove puntate salgono prepotentemente alla ribalta. Un altro pezzo della famiglia si aggiunge dunque al puzzle; ma come ben sapete, non sempre nelle famiglie fila tutto liscio e non sempre tutti vanno d’accordo. A tradirti potrebbero essere proprio coloro di cui non avevi mai avuto occasione di dubitare.
L’ultima parte diventa un elogio all’unione, allo star bene insieme e condividere le emozioni, le delusioni e quelle poche gioie che a volte la vita decide di dedicarti. Il Professore lo sa bene, quella che ha creato non sarà mai più una banda, ma una vera famiglia e nessuna regola di qualche strampalato piano suicida potrà ormai cambiarlo.
Come un’illusione
Il concetto dell’illusione viene ripetuto tantissime volte nel corso dell’ultima stagione. Il Professore sembra nascondere dettagli rilevanti riguardo i suoi piani futuri, Alicia Sierra cambia nuovamente fazione, il figlio di Berlino torna prepotentemente in gioco ma forse non dalla parte che ci aspettavamo. Proprio come se ci trovassimo di fronte ad una grande illusione, non sappiamo mai cosa sia veramente reale, quale sia la vera realtà dei fatti e cosa si nasconda dietro parole non dette, sguardi intercettati e raggiri degli di Houdini.
La Casa di Carta è anche questo, un continuo susseguirsi di scelte che sembrano bizzarre, particolari, quasi come se ci trovassimo in un sogno, quasi come se tutto fosse un’illusione e forse è anche grazie a questo che ha ottenuto grande successo in ogni parte del mondo, perché racconta avventure che sembrerebbero reali solo se ci trovassimo in un sogno.
Spin-off
Con l’uscita dell’ultima parte, è stato anche ufficialmente annunciato uno spin-off interamente dedicato alla figura di Berlino in uscita nel 2023. Non è stato rilasciato nessun dettaglio inerente alla trama o i personaggi che saranno presenti, ma possiamo immaginare che racconterà gli innumerevoli colpi messi a segno prima dell’ingresso della banda nella Zecca di Stato e di cui abbiamo sentito parlare nel corso degli episodio che abbiamo potuto ammirare.
Conclusione
Come detto nelle battute finali dal Professore stesso, siamo giunti alla conclusione e nel cammino abbiamo perso diversi compagni, ma tutto ciò ci ha resi più forti.
Un percorso durato cinque anni, che avrebbe potuto chiudere i battenti con le prime due parti che avevano entusiasmato tutti, ma che ha deciso di osare con una nuova rapina prendendosi tantissimi rischi. Non sempre ne è valsa la pena e molti momenti hanno lasciato diversi spettatori titubanti sulle sorti dello show, ma con questa degna conclusione riservata ad ogni personaggio, possiamo dire che ancora una volta hanno vinto loro.
Ripercorriamo insieme la saga con le nostre recensioni: