Recensione Scappa – Get Out l’importanza della scrittura

Recensione Scappa – Get Out l’importanza della scrittura

Get Out è stato un fulmine a ciel sereno sotto vari aspetti, sia a livello soggettivo, parlando personalmente da amante del genere horror, sia a livello oggettivo.

Parlano l’86% di valutazione su quello stronca film di Rotten Tomatoes o, se siete palati più fini, 4 nomination agli Oscar 2018 e 2 ai Golden Globe. Ma qual’è la forza di Get Out? Partiamo dal film in sè. Get Out si apre di notte con un ragazzo di colore che sta camminando da solo in un quartiere che lui non conosce. Da quello che dice capiamo che sta cercando una casa e che molto probabilmente dall’altra parte del telefono c’è una persona che lui conosce molto bene e con cui ha molta confidenza (probabilmente una ragazza). Un’auto inizia a seguirlo molto lentamente e nel mentre lui cerca di cambiare strada in modo tranquillo e senza destare sospetti per svignarsela viene aggredito da una losca figura che indossa l’elmo di un’armatura. Questa prima scena già butta le basi per tutto quello che sarà il film: abbiamo qualcuno che per qualche oscuro motivo rapisce ragazzi e abbiamo un elemento grottesco (un elmo di un armatura medievale). Il grottesco personalmente è un fattore che adoro negli horror e che purtroppo trova sempre meno spazio in questo genere. Per me è un elemento azzeccatissimo per una storia che ti vuole mettere nelle condizioni di non sapere cosa aspettarti e che quindi si crea l’ambiente adatto per braccare e colpire all’improvviso lo spettatore. L’azione ora si sposta sul protagonista del film Chris Washington (ragazzo di colore), interpretato da Daniel Kaluuya, che si sta preparando per andare a conoscere i genitori della sua ragazza Rose Armitage (ragazza caucasica), interpretata da Allison Williams. Durante questi 2 giorni a casa della famiglia Armitage, Chris assisterà a parecchie cose strane: i 2 domestici neri le cui reazioni e i cui atteggiamenti sono contemporaneamente vuoti ma anche sopra le righe, la (troppa) amorevolezza di tutta la famiglia Armitage nei suoi confronti (credo che nessun ragazzo sia mai stato accolto così bene dal padre della sua ragazza, nero o bianco che sia), la velata (ma neanche troppo) schizofrenia del fratello di Rose e l’interesse morboso che Chris suscita in tutti gli amici della coppia (da antologia la scena in cui una donna di mezza età chiede a Chris se è vero che i ragazzi di colore sono più dotati).

Film Get Out

A questo punto il film continua a prenderti per mano e a portarti dove tutti gli spettatori si aspettano di andare. Nella villa con tutti gli amici della famiglia Armitage compare anche il ragazzo della scena iniziale del film. Vestito in modo retrò e totalmente cambiato nel modo di comportarsi. Il flash di una macchina fotografica sembra svegliarlo e la prova dell’attore è magnifica: sembra svegliarsi e urla a Chris di scappare (in inglese gli urla incessantemente “GET OUT! GET OUT!”).
Chris la sera stessa decide di tornare a casa con Rose e scopre ormai troppo tardi che l’intera famiglia Armitage (Rose inclusa) è alleata contro di lui. A questo punto il grottesco prende il sopravvento. L’idea a cui tutti siamo portati a pensare ormai è che questi ragazzi di colore vengano resi degli schiavi 2.0 annullando la loro volontà con una specie di lobotomia. Soprattutto vedendo che il signor Armitage è un chirurgo e che tutti i personaggi di colore che abbiamo visto sembrano persi nel loro mondo. La stessa casa della famiglia Armitage è un palese richiamo alle ville dei negrieri degli Stati Uniti del Sud (da Via col Vento a Django Unchained le abbiamo sempre viste così).

E qui Jordan Peele ti stupisce e ti sconvolge la mente. Il “servizio” che la famiglia Armitage offre è l’inserimento del tuo cervello in un nuovo corpo, possibilmente più forte e giovane. E se non fosse già spaventoso questo, scopriamo che una parte della mente del proprietario originale del corpo resta prigioniera, spettatore passivo di quello che il nuovo proprietario fa con il suo ormai ex corpo. Una condizione assurda e terribile. Il finale lo lascio a voi, ma vi assicuro che è fantastico e per nulla banale.

Get Out un Thriller Psicologico

Cos’ha la scrittura di questo film che ormai tantissimi film non hanno più? E soprattutto che tantissimo horror non hanno più. Innanzitutto non c’è una sola scena inutile. Tutto il film va visto attentamente, perché ogni singolo minuto contribuisce a mandare avanti la storia. Ogni battuta e ogni gesto sono essenziali. Ogni personaggio serve a qualcosa. Questo mix fa in modo che non ci siano cali e che a te interessi sapere ogni mossa di ogni personaggio. La storia poi ha un ruolo chiave. Un problema dei moderni horror è il pensare prima allo spavento e poi scriverci la storia intorno. Così ti ritrovi molte scene/jumpscare fantasiosi che però non hanno un minimo senso all’interno della trama e quindi lo spettatore è meno coinvolto. Salta sulla sedia e poi si dimentica tutto. Qui hanno sicuramente scritto prima la storia e poi hanno pensato a dove inserire e come dosare la tensione. Risultato: lo spettatore è continuamente coinvolto, si immedesima nel film e si spaventa come se ci fosse dentro. Penultimo punto a favore di questa scrittura è la sberla del finale. L’intelligenza sta nel presentarti una situazione che sembra prevedibile e poi stupirti con il grottesco e l’inaspettato. Viriamo su una storia molto egoista e molto crudele. Ed è fantastico. Ultimo punto, questo forse più fra le righe, è una critica al liberalismo (argomento molto sentito negli Stati Uniti). Tutti i personaggi bianchi di questo film mostrano adorazione per la popolazione afro-americana. Ma la vera intenzione resta comunque lo sfruttamento. Un film sul razzismo diverso dagli altri.

L’ammettere i punti di forza dei neri non viene messo in mostra come un fatto di apertura all’integrazione, ma come un atto di egoismo nel voler possedere quelle capacità superiori. I ragazzi di colore di questo film vengono comunque visti come vuoti pezzi di carne. Solo che la nuova schiavitù non consiste più nell’usarli come forza lavoro indiretta, ma usarli come forza lavoro/gioco direttamente senza filtri.

Cast Get Out

Il Cast di Get Out

Per il cast c’è poco da dire. Sono tutti perfettamente in parte. Kaluuya ha anche ottenuta una candidatura agli Oscar come miglior attore. Personalmente io ho trovato fantastica anche la Williams che deve oltretutto cambiare anche atteggiamento da un momento all’altro nel film. C’è una scena in cui lei si finge disperata al telefono, però noi la vediamo in faccia ed è impassibile. Per me quella scena in cui voce e espressione comunicano 2 cose opposte è meravigliosa.

Fim che assolutamente consiglio. Horror che finalmente rende onore al genere.

Trailer Scappa – Get Out

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